(ANSA) - ROMA, 24 FEB - "Tutto quello che abbiamo fatto è
stato soltanto per la memoria di Paola e perché nessuna possa
più lavorare nelle sue stesse condizioni. Siamo gente semplice,
la nostra è una battaglia di dignità. Oggi è una giornata
importante". Lo dice - in un'intervista a Repubblica - Stefano
Arcuri, marito di Paola Clemente, per la cui morte mentre
lavorava in un campo in Puglia sono state arrestate ieri sei
perone.
Ma non è solo soddisfazione la sua: "I miei figli, oggi,
hanno difficoltà a trovare lavoro e temo che sia anche per
quello che abbiamo fatto, per il coraggio della nostra denuncia.
Ma non mi pare che abbiamo fatto niente di speciale. Ma soltanto
quello che era giusto per Paola. Quello che è accaduto oggi mi
sembra la migliore risposta: se si ha fiducia nelle istituzioni,
se ci si affida alla giustizia, prima a poi la giustizia quella
vera, arriva. Certo c'è ancora altro da fare". Il processo -
aggiunge - nel quale "ci costituiremo parte civile, spero che
possa essere un segnale importante per tutti".
Si è sentito solo? "No. Al contrario - risponde - devo
ringraziare gli investigatori, i magistrati, ma anche tutte le
istituzioni per quello che hanno fatto per noi in questi mesi.
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro Martina,
la sottosegretaria Bellanova. A loro chiedo soltanto una cosa:
abbiamo sofferto troppo, per favore, non fatelo accadere mai
più. Nessuno più deve lavorare e morire come Paola". (ANSA).