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Il vicequestore che amava la musica, morto nel treno al ritorno dalle ferie

Andava in ufficio a Bari. Gabrielli, mi unisco a dolore famiglia

Poliziotto col grado di vicequestore aggiunto ma anche chitarrista, compositore, appassionato lettore, regista di spettacoli in cui fondeva musica e parole. Era tanto e di più Fulvio Schinzari, il poliziotto morto nella corsa fra due treni finita l'uno contro l'altro nel binario unico della linea Bari nord, che va da Corato ad Andria. Quel treno lo prendeva tutti i giorni per andare a lavorare a Bari.

L'aveva scelto, come racconta la sua amica Mirella Caldarone, perché così "poteva leggere, si sentiva tranquillo". Schinzari stava tornando al lavoro dopo le ferie. Da Andria, dove viveva con la moglie e due figlie (in un primo momento si era diffusa la notizia, poi smentita, che anche una di loro si trovasse sul treno). Quattro anni fa aveva assunto l'incarico di dirigente dell'ufficio del personale della questura di Bari.
Nato a Galatina (Lecce) 59 anni fa, nell'85 si era laureato in giurisprudenza e per quattro anni aveva fatto l'avvocato.

Nell'ottobre del 1989 la divisa da poliziotto, con vari incarichi. Il primo, per circa un anno, nel capoluogo pugliese come funzionario addetto alla Squadra mobile. Da fine '91 a inizio 2000 era stato funzionario al commissariato di Barletta come responsabile della squadra di polizia giudiziaria e, dal 2000 al 2002 aveva diretto il commissariato di Canosa.

Dal 2002 al 2005 è stato responsabile del settore Sicurezza e Protezione Civile presso il Comune di Andria e a seguire, per due anni, ha diretto il Commissariato di Corato. A Canosa, come dirigente del Commissariato, è tornato nel febbraio 2007: qui è rimasto fino al giugno 2012, quando ha assunto l'incarico di Dirigente dell'Ufficio del Personale della Questura di Bari. "Ad Andria molti non sapevano nemmeno che fosse un poliziotto", continua l'amica. Lei lo conosceva da sempre. Poi si erano persi e ritrovati grazie all'arte. ''Era un grande lettore - ricorda - appassionato dei principali autori di impegno civile ma non solo. E amava molto la musica. Suonava la chitarra, scriveva le musiche''.

Ad Andria aveva realizzato parecchi reading e spettacoli di musiche e testi. ''Ma ripeteva che non era un professionista e quindi non lo faceva per soldi o per mestiere, ma per passione''. Non a caso, le aveva detto che si sarebbe dedicato all'arte non appena fosse andato in pensione. L'ultima volta l'aveva incontrato per strada, uscendo dal cinema. ''Era un poliziotto anomalo se così si può dire ed era una bella persona'', aggiunge Caldarone. Nella città dove abitava, il passaparola si è diffuso velocemente, accompagnato dalla notizia del treno della morte.

Del resto la Bari nord è quasi nel dna di Andria. ''Si può dire che quel treno è come la metropolitana per chi abita a Roma. A tutti è capitato di prenderlo - fa notare l'amica di Schinzari - In fondo quei binari dividono la città in due, l'attraversano e ora per sempre. Ora è ancor di più una linea maledetta''.

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