(ANSA) - TARANTO, 4 LUG - ''Non appena sarà disponibile il
testo del nuovo decreto, che priva gravemente la magistratura
dei poteri di tutela che le sono propri, PeaceLink lo invierà ai
competenti organi europei perché l'Italia sia deferita alla
Corte di Giustizia dell'Ue''. Lo annuncia in una nota il
presidente di Peacelink Alessandro Marescotti commentando il via
libera da parte del Consiglio dei ministri al decreto che
contiene le misure per impedire il blocco dell'altoforno 2
dell'Ilva, sequestrato nell'ambito dell'inchiesta sulla morte
dell'operaio Alessandro Morricella, e per sbloccare la aree
dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, sequestrate dal
tribunale di Gorizia.
''Contemporaneamente - aggiunge Marescotti - prepareremo un
dossier aggiornato per Amnesty International in cui vogliamo
documentare come il governo italiano stia ripetutamente
calpestando a Taranto i diritti umani''. L'ambientalista ricorda
che ''nel luglio del 2004 a Genova, nel quartiere di
Cornigliano, accadde un grave incidente nell'altoforno dell'Ilva
di Genova. Provocò una grave fuoriuscita di ghisa, un incendio,
una dozzina di feriti e una profonda impressione in fabbrica''.
In quella occasione ''i lavoratori scesero in sciopero'' e ''il
sindaco di Genova chiese lo smantellamento dell'area a caldo e
la contemporanea riallocazione dei lavoratori. A Taranto invece
- osserva il presidente di Peacelink - il governo decreta con
legislazione d'urgenza non il fermo dell'altoforno ma il fermo
della magistratura. Tale legislazione d'urgenza mira non ad
applicare il principio di precauzione ma a far proseguire il
pericolo. Siamo di fronte ad un mondo rovesciato. Siamo di
fronte ad un inquietante caso di razzismo ambientale, che
prevede la prosecuzione a tutti i costi a Taranto - conclude
l'ambientalista - di quelle attività pericolose che sono state
rifiutate a Genova''. (ANSA).