Tra lo scompiglio generato dalla lista dei quattro 'impresentabili' pugliesi, il timore per l'astensionismo, la lotta fratricida dentro il centrodestra, e la possibile ascesa del M5s, i sette aspiranti a governare la Regione Puglia dopo dieci anni di Nichi Vendola, si apprestano ad affrontare la prova delle urne, rispettando il silenzio preelettorale. Fatte salve possibili sorprese, i pronostici danno stabilmente come favorito il candidato del centrosinistra Michele Emiliano, segretario regionale del Pd, magistrato ed ex sindaco di Bari, sostenuto da otto liste (Pd, La Puglia con Emiliano, Emiliano sindaco di Puglia, Noi a sinistra per la Puglia, Partito comunista d'Italia, Popolari per l'Italia, Pensionati, invalidi e giovani insieme).
Due degli aspiranti governatori sono del centrodestra, coalizione che in Puglia si è divisa dopo la frattura in Forza Italia causata dal duello Fitto-Berlusconi. In corsa, adesso, ci sono Adriana Poli Bortone ex senatrice Pdl, ex ministro ed ex sindaco di Lecce (candidata di FI, Noi con Salvini, Puglia nazionale e Pli), e Francesco Schittulli, medico oncologo ex presidente della Provincia di Bari (appoggiato da Movimento Schittulli-Area popolare, Fratelli d'Italia e 'Oltre con Fitto'). Nell'area di sinistra ci sono anche Michele Rizzi (Alternativa comunista), e Riccardo Rossi (L'altra Puglia). Con i Verdi, invece, si è candidato Gregorio Mariggiò. Tutti gli occhi, però, sono puntati sulla candidata 'grillina' Antonella Laricchia, 28 anni e a un passo dalla laurea in Architettura, e sul risultato che quest'ultima otterrà.
A sfidarsi tra loro, e a portare voti ai propri candidati, ci saranno anche i 950 dell'esercito degli aspiranti consiglieri regionali, speranzosi di aggiudicarsi uno dei 50 seggi disponibili in Consiglio, in rappresentanza dei 258 comuni pugliesi. In questo plotone di ambiziosi amministratori ci sono anche i quattro "impresentabili" inseriti nell'elenco dalla Commissione Antimafia. Tre di loro sono nelle coalizioni di centrodestra, mentre uno è a sostegno di Emiliano, l'unico tra gli aspiranti governatori che ha chiesto pubblicamente il ritiro dalla competizione del candidato.
Nel turbine di confronti e dichiarazioni della campagna elettorale, tra i candidati ha prevalso generalmente il 'fair play' fatta eccezione per i pesanti scambi di accuse tra gli esponenti del centrodestra spaccato, coinvolti nel duro scontro tra il leader di Forza Italia e l'ex delfino, Raffaele Fitto, ora alle prese con il progetto dei Conservatori e riformisti. In questo trambusto da campagna elettorale, il governatore uscente Nichi Vendola, leader di Sel (simbolo assente dalla competizione e che ha lasciato il posto a 'Noi a sinistra' che sostiene Emiliano), osserva con la speranza che, "chiunque sia il vincitore, non disperda tutto il buon lavoro fatto in questi dieci anni".
