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Cisterna killer nel Barese, sta meglio l'operaio sopravvissuto

Il fratello e il padre sono morti nel tentativo di salvarlo. Nel 2008 cinque operai morirono nella stessa zona per le esalazioni

"Il ragazzo sta bene, è fuori pericolo e fra un paio di giorni potrebbe essere dimesso". Lo ha riferito all'ANSA il primario del reparto di malattie infettive dell'ospedale di Bisceglie, Tommaso Fontana, riferendosi ad Alessio Rizzi, il 22enne fratello di Vincenzo, morto ieri mattina a Molfetta insieme al padre Nicola nel tentativo di salvare lo stesso Alessio, caduto nel tombino di una cisterna di liquami.

"Le sue condizioni ieri erano critiche - ha spiegato Fontana - il suo colorito, arrivato in ospedale, non lasciava presagire nulla di buono, era terreo e i globuli bianchi stavano cominciando ad aumentare, evidentemente con l'approssimarsi di una infezione".

Alessio è stato sottoposto ad una terapia di antibiotici che hanno impedito l'insorgere della febbre e di infezioni polmonari. Ora è in grado di parlare, ma non sa ancora della morte del padre e del fratello. "Proprio per questo - ha concluso il medico - vista anche la delicatezza delle sue condizioni ieri, ho vigilato perché non vi fosse alcuna invadenza esterna che potesse compromettere lo stato di salute del ragazzo. Sarà la sua famiglia, ora, sua madre, che valuteranno come comportarsi".

L'azienda Di Dio di Molfetta si trova nella zona industriale della cittadina, a poca distanza dalla Truck Center, ditta che si occupa di lavaggio di mezzi industriali e dove, il 3 marzo 2008, cinque operai morirono nello stesso modo durante la pulizia di una cisterna, inalando acido solfridico mentre tentavano di soccorrersi l'un l'altro. Non è ancora accertata la causa della morte dei due operai.

   

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