TORINO - Il primo Statuto di uno dei club più titolati nel mondo è un quaderno grande poco meno di 15 centimetri, di sedici pagine, che indica modalità di associazione, elenco dei partecipanti, luogo di ritrovo e costo dell'iscrizione (25 lire il primo anno e 15 per quelli successivi). Non c'è da meravigliarsi se della prima testimonianza della fondazione del 'Milan Football & Cricket Club', stampato nei primi mesi del 1900, è stata ritrovata solo una copia e per di più in circostanze del tutto fortuite, conservata tra i libri antichi nella casa milanese della famiglia di uno dei primi associati. Il documento andrà all'incanto all'asta Bolaffi del 14 dicembre, al Grand Hotel et De Milan.
"E' una pietra miliare per chiunque abbia a cuore la storia del Milan - dice Filippo Bolaffi, ad della casa d'aste torinese - Dà elementi di certezza sui protagonisti della nascita di uno dei club più titolati al mondo e ne colloca temporalmente le origini. Dà l'idea di cosa fosse il calcio all'inizio del Novecento ed è un pezzo che dovrebbe essere custodito nelle teche del museo della squadra". Il ritrovamento in effetti è di grande valore storico e simbolico, perché è il primo atto ufficiale della nascita del club.
L'iniziativa è di un gruppo di gentiluomini inglesi, tra cui il primo presidente Alfred Edwards. Ma il nome che fa subito la storia è Herbert Kilpin, originario di Nottingham, a cui probabilmente si devono i colori del 'diavolo': aveva iniziato a giocare giovanissimo in una squadra intitolata a Garibaldi, le cui maglie erano rosse. Ma è anche il primo allenatore della squadra e il giocatore che conduce i rossoneri alla vittoria di tre scudetti, nel 1901, 1906 e 1907, in un campionato ancora pionieristico. Nei decenni successivi il club cambia vari nomi e assetti societari: nel 1919 'Milan Football Club'; nel '36 'Milan Associazione Sportiva'; nel '39 perfino l'italianizzazione 'Associazione Calcio Milano' imposta dal Fascismo. Lo Statuto, diventato obsoleto, viene di volta in volta abbandonato e riscritto da capo. Questo spiega il motivo per cui del primo sia rimasto in circolazione solo un esemplare. Nel secondo dopoguerra il club trova la sua denominazione definitiva di 'Associazione Calcio Milan' e inizia a scrivere pagine indelebili per il calcio italiano: 18 scudetti, 5 Coppe Italia, 6 Supercoppe italiane, oltre alla vittoria della prima Coppa Campioni (1962-63).
"Naturalmente ci auguriamo che il Milan partecipi all'asta - conclude Filippo Bolaffi - per la Presidenza Berlusconi non ci potrebbe essere miglior conclusione, ma sarebbe anche il gesto più simbolico di una possibile nuova proprietà, per dimostrare la volontà di ripartire dalle origini".