PARIGI - "Siamo una famiglia unita e questo ci sta aiutando molto nella nostra crescita. Abbiamo una forte volontà di rimanere indipendenti e di guardare al futuro con ottimismo, protagonisti del nostro settore e padroni del nostro destino". Parola di Marco Lavazza, esponente della quarta generazione della famiglia che nel 1885 ha fondato l'azienda del caffè, presente oggi in oltre 90 Paesi del mondo.
Due rami della famiglia, che controllano ognuno il 50% dell'azienda: uno è rappresentato da Alberto (presidente) e dai figli Marco (vicepresidente), Antonella e Manuela (consiglieri), l'altro da Giuseppe (anche lui, come il cugino, vicepresidente) e dalla sorella Francesca (consigliere). Una dimensione che non ha impedito l'arrivo di manager esterni: da cinque anni è amministratore delegato Antonio Baravalle e da poco è arrivato il cfo Camillo Rossotto. Inoltre nel cda siedono Giuseppe Galateri, Pietro Borioli, Robert Kunze-Concewitz (a.d. Campari) e Antonio Marcegaglia.
"La quarta generazione sta facendo cose importanti. La terza è presente con mio padre Alberto, ma ci lascia fare perché il futuro è nostro. Una bella iniezione di fiducia", spiega Marco. "Viviamo tutti a Torino, ci unisce il fatto di essere sabaudi, di avere sempre tenuto i piedi per terra e di avere mantenuto le stesse abitudini, come quella di andare ogni giorno in ufficio. Nessuno di noi, d'altra parte, è stato obbligato a venire a lavorare in azienda".
Avances da altri gruppi? "Se ci cercano trovano il telefono
occupato", scherza Marco Lavazza.