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Fassino: su gesto non mi scuso, non porgo altra guancia

Rivendico diritto di reagire, contro di me intimidazioni

"Io non chiedo scusa a chi mi ha insultato". Lo afferma a Repubblica il sindaco di Torino, Piero Fassino. "È stata data - spiega Fassino - una ricostruzione sbagliata di quello che è successo. Perché dovrei chiedere scusa a chi mi ha insultato e aggredito, in modo pesante, a chi ha offeso la mia famiglia? Non ripeto quello che mi è stato detto per carità di patria. Mi hanno lanciato addosso ghiaia e lattine di birra. Cosa che ha provocato in me una reazione istintiva e umana, di cui naturalmente mi rammarico, ma che considerato il contesto mi sembra comprensibile. Chiedere scusa a quelle persone no". Intervistato anche dal Corriere della Sera, Fassino ribadisce: "Arriva un momento in cui si deve reagire. Ecco, la tesi del porgere l'altra guancia a ogni costo mi sembra opinabile. Io rivendico il mio diritto a non farlo. A un certo punto bisogna anche dire basta".

"Il primo - aggiunge - a riconoscere il valore della fede granata, cosa rappresenta, sono io. Sono un moderato tifoso juventino, e allora? Mi ferisce questa tendenza sempre più diffusa a trasformare in aggressione anche la minima diversità di opinione". Intervistato anche dalla Stampa, Fassino si difende dall'aver negato di aver compiuto il gesto del dito medio. "Ieri - afferma, - a chi mi chiedeva conto dell'accaduto, ho solo negato la rappresentazione di un gesto di offesa nei confronti dei tifosi granata verso i quali non ho fatto alcunché", "quel gesto di offesa e di reazione era nei confronti di chi mi stava aggredendo, di un gruppetto di persone...".

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