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Assocamerestero, 'position paper' da Convention mondiale Ancona

Internazionalizzazione, meno risorse ma c'è spazio per continuare a far bene

Redazione ANSA ANCONA

(ANSA) - ANCONA, 19 OTT - Un 'position paper' sul ruolo dell'internazionalizzazione del sistema camerale indirizzato al Governo: è stato redatto al termine della seconda giornata di lavori della Convention mondiale delle Camere di commercio italiane all'estero in corso ad Ancona. Il documento sarà presentato in un conferenza stampa a Roma il 23 ottobre, nella sede di Unioncamere. Esponenti del sistema istituzionale, rappresentanti del sistema camerale e parlamentari si sono confrontati oggi sull'internazionalizzazione e sul ruolo del sistema camerale stretto nella 'tenaglia' fra globalizzazione e riduzione delle risorse.
    "La scarsità di risorse invita tutti a utilizzarle nel modo più efficiente. Il vantaggio delle Camere di commercio italiane all'estero è che partono già da una sommatoria di esperienze fatte dai singoli che vengono messe al servizio dell'italianità", ha detto il presidente di Assocamerestero Leonardo Simonelli Santi. "L'italianità - ha aggiunto - si è diffusa al punto che ci sono 250mila italiani registrati al Consolato di Londra e si pensa che siano la metà di quelli effettivi, perché molta gente che va per un periodo breve non si registra". "Tutto questo mondo - ha osservato Simonelli Santi - può essere un'interfaccia ideale a bassissimo costo per un aumento non solo delle esportazioni ma di cooperazione economica. Il tempo delle esportazioni va visto solo come una parte della cooperazione economica". C'è poi l'aspetto sociale, con la creazione dei posti di lavoro, che è "la sfida su cui ci battiamo tutti. La cooperazione economica, soprattutto se legata all'innovazione, è quella che può creare più posti di lavoro".
    "La catena di distribuzione del valore dei servizi alle imprese si sta riducendo, quindi - ha rimarcato il segretario di Eurochambres Arnaldo Abruzzini - i cosiddetti corpi intermedi devono riposizionarsi secondo certe condizioni dettate in parte dalla politica e in parte dal mercato. Le camere di commercio sono tra questi. Un'economia come la nostra, che ha una dispersione di prodotto e di valore su un numero molto elevato di imprese, ha necessità di trovare un modello che riesca a concentrare le risorse, strutturare servizi innovativi e distribuire questi valori nelle zone strategiche del pianeta dove c'è più probabilità che i nostri servizi e prodotti vengano acquisiti". Esiste inoltre "un enorme problema di capacità: le nostre imprese micro e piccole necessitano di un'attività molto intensiva dal punto di vista del lavoro. A oggi siamo sottodimensionati per offrire al mercato quello che il mercato chiede. Per essere più dimensionati servono investimento e servizi collettivi, che si sviluppano utilizzando le nuove tecnologie". Infine, "visto che la catena si sta restringendo, le risorse stanno diminuendo ma le necessità crescono, c'è bisogno di un'efficienza sul territorio straordinaria. Altri paesi come la Germania, e paesi più piccoli come l'Austria, hanno già fatto questo percorso e i risultati sono straordinari: l'incidenza del commercio internazionale su Gdp in quei paesi sta sopra al 50%, noi stiamo al 25".
    "Oggi il mercato interno è al palo, le uniche luci che si accendono sono quelle del mercato internazionale" ha affermato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere. La riflessione è su "come ulteriormente incrementare la nostra capacità di saper fare internazionalizzazione e come la sinergia tra Camere di commercio italiane e Camere italiane all'estero si può utilizzare in questo processo". "Io credo - ha continuato - che abbiamo ancora molta strada da fare. Ci sono paesi che fanno meglio di noi, che utilizzano meglio le Camere di commercio.
    Prendiamo come termine di paragone la Germania: lo stato tedesco affida totalmente ad esse la propria competitività sul mercato globale, con i successi che sono sotto gli occhi di tutti. Noi oggi siamo in condizione di voler fare altrettanto ma non di poterlo fare, perché le ristrutturazioni e le riduzioni finanziarie andranno a diminuire la nostra potenzialità. Ma nonostante questo riusciremo a raggiungere nuovi importanti risultati e nuovi mercati. Lo spazio per poter fare bene continua a esserci. Il nostro brand è tra i più conosciuti al mondo, anzi Google conferma che dopo 'Coca Cola' 'Made in Italy' è il secondo brand più cliccato dai consumatori. Quindi - ha concluso - la nostra potenzialità a 360 gradi continua a rimanere viva". (ANSA).
   

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