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I terremotati, non ci abbandonate

Un mese dopo il sisma, Boldrini ad Arquata del Tronto

Un mese dopo il sisma del 24 agosto le istituzioni sono al lavoro sul decreto per la ricostruzione ma i terremotati delle Marche continuano a guardare al futuro con incertezza e paura. "Non ci abbandonate" le prime parole rivolte da alcuni anziani alla presidente della Camera Laura Boldrini, tornata a visitare le zone di Arquata del Tronto: era stata tra i primi a arrivare nell'area il giorno stesso del terremoto.

"L'impegno è quello di farvi tornare - ha replicato lei -, la proiezione è di ricostruire tutto quello che c'era prima". Parole ribadite dal commissario straordinario Vasco Errani, quasi un mantra per rassicurare le popolazioni ferite: "ricostruire tutto quello che c'era prima...restituire tutti i danni...le casette di legno il prima possibile...". Per i terremotati, dagli anziani ai giovani, fino ai bambini, la giornata è stata quasi catartica, tra voglia di ricominciare e trauma del sisma ancora vivo. La Boldrini ha riso e si è commossa con i bambini che vanno a scuola in una tensostruttura. "Come si dice tenda in inglese?" ha chiesto sedendosi in cattedra. "Booo" la risposta corale. Poi un breve incontro con lo staff del blog dei giovani di Arquata "Chiedi alla polvere", che hanno inaugurato la loro sede in una tenda, e con un altro sindaco ex terremotato: Venanzio Ronchetti, primo cittadino di Serravalle di Chienti ai tempi del sisma del 1997. "Abbiamo ricostruito tutto, e il 24 agosto non abbiamo avuto danni".

Clima diverso a Pescara del Tronto, la frazione rasa a suolo dalla scossa di magnitudo 6, dove sono morte 48 delle 51 vittime marchigiane. C'è stato un momento di raccoglimento e preghiera con Boldrini, il vescovo di Ascoli Piceno mons. Giovanni D'Ercole, Errani, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio, il sindaco Aleandro Petrucci, il prefetto Rita Stentella. La gente di Pescara si sente dimenticata e c'è voluta la capacità di mediazione della presidente della Camera che ha promesso di tornare tra un mese, il 23 ottobre, per ricordare i morti di quella manciata di case, oggi ridotte a cumuli di rovine inaccessibili. Ci sarà anche Errani, che tornerà in zona già fra una decina di giorni. Si pensa alla ricostruzione, "ma resta il dolore per chi non c'è più" ha ammesso con una punta di commozione. Ma anche così sono spuntati striscioni polemici su "Pescara dimenticata".

I danni materiali subiti dalle Marche sono stati riconosciuti ieri dal premier Renzi e dallo stesso Errani. Tre le Province coinvolte, "60 i Comuni con danni gravi - ha ribadito oggi il presidente della Regione Luca Ceriscioli -, ma ci sono anche altre città interessate": 29 mila richieste di sopralluogo su edifici pubblici e privati delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, 1.400 edifici dichiarati inagibili. Per Ceriscioli, il discorso del premier ha garantito che "tutti i danni saranno risarciti" e ha aperto la strada ad un impegno importante per le risorse a favore delle Marche. Su come poi sarà la ricostruzione, l'altolà del vescovo di Ascoli: "dio è misericordioso, non 'buonista'" ha detto durante la messa celebrata nella tenda mensa del campo di Borgo di Arquata, ma "serve l'impegno di tutti contro l'ingiustizia e per la legalità".

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