Fabriano, Matelica, Cagli, Osimo, San Severino e Pesaro riuniti in un sit-in in piazza Roma ad Ancona per protestare contro la riforma sanitaria e in particolare la chiusura dei punti nascita. Esibendo cartelli con su scritto "Diritti, salute, dignità" e "Meno tagli, più diritti", i manifestanti hanno dichiarato che la diminuzione dei punti nascita penalizzerebbe in particolare le zone dell'entroterra a favore della costa. "Non ci vengano a dire - ha ammonito Katia Silvestrini, del Comitato Sveglia Fabriano, aderente al Coordinamento cittadino punto nascita Fabriano - che la scelta della Regione è dovuta a questioni di sicurezza, perché al presidio fabrianese è attribuito il 96% di sicurezza. Al contrario, per raggiungere Jesi, futuro punto nascita della cittadinanza fabrianese, si devono percorrere in auto ben 11 gallerie. Fabriano ha già perso alcune eccellenze sanitarie come i servizi di endoscopia, senologia e la Banca degli occhi. Non si può dividere la regione in un territorio di serie A, che vede tutti i servizi concentrati sulla costa, e in uno di serie B comprendente l'entroterra". Di analogo parere Irene Zannini del Comitato di Osimo. "Il nostro presidio - ha ricordato - effettua mediamente 600 parti l'anno, oltre cento in più rispetto a quelli previsti dall'accordo Stato-Regioni per la soppressione. Siamo inoltre primi nelle Marche per numero di parti naturali (71%), e sotto la media nazionale fissata al 38% per parti cesarei che da noi non raggiungono il 29%. Infine, siamo stati insigniti dall'Unicef del marchio 'Ospedale amico dei bambini', che la Conferenza Stato-Regioni ha deciso di tutelare, e certificati dal ministero della Sanità col bollino rosa per il benessere della donna. Date queste premesse la decisione della Regione Marche non è giustificabile". "Si parla di trasferire il punto nascita di San Severino a Macerata o a Civitanova Marche - ha rincarato Mario Chirielli, del Comitato di San Severino Marche - ma non c'è ancora nessuna chiarezza in proposito, mentre si continuano a spendere soldi per presidi che si afferma di voler eliminare. Su questo punto intendiamo fare un esposto alla Corte dei Conti, che va ad aggiungersi al ricorso al Tar contro la chiusura. Confidiamo nella magistratura per non penalizzare ulteriormente l'entroterra". Alla protesta hanno preso parte anche il Comitato Pro ospedali di Pesaro-Urbino, i cui cittadini - ha detto il rappresentante Giacomo Rossi - sono preoccupati per lo smantellamento dei presidi di Cagli, Sassocorvaro e Fossombrone". A esprimere la loro solidarietà ai manifestanti, c'erano oggi anche l'on. Remigio Ceroni, coordinatore regionale di Fi, il coordinatore regionale di Fdi-An Carlo Ciccioli e il consigliere regionale del Gruppo misto Sandro Bisonni.