E'morto nella rianimazione dell'ospedale di Ancona Fabio Giacconi, il padre della sedicenne di Ancona ferito a colpi di pistola dal fidanzato Antonio Tagliata, 18 anni, che ha ucciso anche la madre della ragazza, Roberta Pierini.
Giacconi, 49 anni, pilota con missioni in Afghanistan e in Iraq alle spalle, era ricoverato in condizioni disperate aTorrette: proprio oggi il perito della procura Marco Valsecchi avrebbe dovuto compiere un approfondimento medico legale sulla traiettoria dei quattro colpi di Beretta cal. 9 x 21 che Tagliata aveva esploso contro il militare, uno dei quali l'aveva raggiunto alla nuca, mentre cercava inutilmente scampo nel terrazzo di casa. Ora il pm Andrea Laurino ha disposto l'autopsia. Era invece morta sul colpo Roberta Pierini, ferita ad un fianco e a un braccio, e finita con un colpo alla testa, come in una vera e propria ''esecuzione'', quando era già a terra. I due adulti si opponevano alla storia d'amore dei ragazzi, e sarebbero stati uccisi per questo.
Antonio e la sedicenne erano arrivati insieme nell'appartamento di via Crivelli 9: lei gli aveva aperto la porta di casa e aveva assistito alla sparatoria, scappando poi con lui. Tagliata ha ammesso fin da subito di aver colpito i genitori della fidanzata, aggiungendo però che era stata lei a dirgli ''spara, spara''. La sedicenne nega questa circostanza, e sostiene (e in questo caso le due versioni coincidono) che entrambi volevano solo ''un chiarimento'' con i genitori. Ora la posizione dei fidanzati si aggrava: entrambi diventano indagati per duplice omicidio volontario aggravato, Tagliata anche per porto abusivo di arma da sparo. Il 18enne è rinchiuso nel carcere di Camerino, la ragazza nell'Istituto di pena minorile di Nisida, a Napoli.
Gli investigatori hanno raccolto la testimonianza di una persona che il 7 novembre si trovava in via Crivelli, il luogo della sparatoria, e ha visto i due fidanzati subito prima e subito dopo l'omicidio. ''I ragazzi arrivano, parlottano sotto casa, e poi salgono nell'appartamento dei genitori di lei'', al numero 9. Il testimone ha sentito anche sette colpi d'arma da fuoco (otto quelli esplosi) rimbombare all'esterno. Dal momento in cui ha visto salire le scale i due ragazzi a quando li ha visti ridiscendere sono trascorsi ''cinque minuti in tutto''. Antonio e la fidanzata sarebbero poi andati via a passo veloce, ma ''senza correre''. A chiamare i soccorsi furono poi i vicini di casa. Durante la fuga Antonio gettò in un cassonetto l'arma, che ha detto di aver acquistato da uno straniero per 450 euro, i caricatori, e poi si disfece anche del giubbotto e del telefonino. L'apparecchio telefonico è stato ritrovato in un parco fra via Tiziano e via Buonarroti. Completo di batteria ma privo di sim, verrà sottoposto a perizia dall'ing. Giuseppe Dezzani, lo stesso esperto informatico incaricato degli accertamenti sul telefonino e i pc della sedicenne. Dezzani svolgerà il suo incarico come atto irripetibile. Consulente di parte per la difesa della minore è l'analista forense Luca Russo.
Gli altri accertamenti tecnici (sul giubbotto di Tagliata e sull'arma) verranno condotti dai Ris di Roma. La procura valuta anche una perizia calligrafica sui tre biglietti lasciati da Antonio a casa sua: in uno il giovane chiede scusa e preannuncia che si toglierà la vita, nel secondo confessa l'omicidio dei Giacconi, nel terzo si smentisce e scrive che dopo l'omicidio scapperà.
Un colpo alla testa contro la donna già a terra ferita Un colpo di grazia alla testa sparato dall'alto verso il basso con la calibro 9x21 alla madre della fidanzata, che era già a terra ferita da altri due colpi. E' l'elemento che, insieme e più degli altri, fa ritenere che Antonio Tagliata abbia "sparato per uccidere" come in una vera esecuzione. Lo scrive il Gip di Ancona Antonella Marrone nell'ordinanza con cui ha convalidato il fermo e confermato il carcere per il giovane. ''Ho visto 'fumo' e ho fatto fuoco di copertura'' le parole di Antonio. Nelle 9 pagine di ordinanza 'pesa' la sequenza implacabile della sparatoria: i primi colpi contro Roberta Pierini, e gli altri contro Fabio Giacconi. La 'colpa' della coppia di 49enni era quella di ostacolare l'amore tra i due ragazzi, la loro relazione intensa nata quattro mesi prima. Secondo l'accusa i fidanzati hanno agito insieme. Una tesi condivisa dal Gip minorile Paola Mureddu, che ha disposto il carcere per la giovane, e dal giudice Marrone che ha confermato la custodia per il diciottenne.