La decisione del Fondo interbancario che oggi ha deciso all'unanimità di intervenire nella vicenda di Banca Marche, sottoscrivendo un aumento di capitale, segna una tappa decisiva in una complessa e difficile operazione di salvataggio che va avanti da tempo per l'istituto di credito marchigiano, commissariato da Bankitalia nel 2013 per un buco da un miliardo di euro. E' alle vista una proroga del commissariamento, in scadenza il 13 ottobre, per altri due mesi. E i primi commenti esprimono soddisfazione e sollievo: la sen. Camilla Fabbri (Pd) sottolinea che l'obiettivo principale, è quello di garantire gli interessi dei cittadini, delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori, i sindacati vedono nell'ok del Fondo "un punto di partenza per il rilancio" della banca.
    La scorsa estate il Fondo aveva avviato una 'due diligence' sulle condizioni economico-patrimoniali dell'istituto, dopo il via libera di Bankitalia, nel dicembre 2014 per un intervento a supporto del progetto di risanamento di Banca Marche. L'annosa vicenda di BM è al centro di una inchiesta della Procura della Repubblica di Ancona (con 37 indagati) e di varie procedure sanzionatorie di Bankitalia e Consob. Per i commissari straordinari, che hanno citato in giudizio gli ex vertici, "quello di Banca Marche è il maggiore disastro bancario verificatosi in Italia dopo quelli risalenti al secolo scorso dei casi Sindona e Calvi". Tanto che l'istituto chiede 282,5 milioni di danni alla ex società di revisione Price Waterhouse Coopers (per 185,5 milioni) e a 31 ex amministratori ed ex manager, tra cui l'ex dg Massimo Bianconi e gli ex presidenti Michele Ambrosini e Lauro Costa, segnalando "un quadro impressionante di anomalie" a partire dal 2006 fino al dissesto che nell'ottobre 2013 ha reso necessario il commissariamento, con "centinaia di posizioni in sofferenza o incagliate" affidate "con deliberazioni massive" e senza controlli. Bankitalia ha inflitto oltre 4 milioni di sanzioni amministrative, per le quali Banca Marche ha avviato dei decreti ingiuntivi nei confronti degli ex amministratori. Altre sanzioni riguardano Medioleasing, controllata dall'istituto, e anch'essa commissariata. Un conto al quale si aggiungo le sanzioni per 420 mila euro proposte dalla Consob a carico di 16 ex vertici di Banca Marche per carenze informative nel prospetto di un aumento di capitale del 2012, quando la situazione di Banca Marche era già molto difficile.
    A completare il quadro, anche il progetto di un cordata di imprenditori locali a partecipare al salvataggio, mentre nel nuovo scenario delineato dalla decisione odierna del Fondo Interbancario aumentano gli interrogativi sul ruolo e il peso in futuro delle tre Fondazioni bancarie di Pesaro, Macerata e Jesi.