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Imprenditore uccide due operai nel Fermano

L'indagato dice di aver agito per difendersi

Gianluca Ciferri resta in carcere. Lo ha deciso il Gip Marcello Caporale, che ha confermato la misura restrittiva nei confronti dell'imprenditore edile. Il 15 settembre scorso l'uomo ha ucciso a colpi di revolver due ex operai kosovari, Mustafà Nexhmedin, 38 anni, e Avdyli Valdet, 26, che erano andanti a chiedergli gli stipendi arretrati. Secondo l'autposia, condotta ieri dal prof. Mariano Cingolani, Nexhmedin è stato raggiunto da tre colpi cal. 38, Valdet da due. 

''Mi sono difeso da un'aggressione'' aveva detto al Gip Gianluca Ciferri, accusato del duplice omicidio dei suoi ex dipendenti, che aspettavano da mesi il pagamento di circa 20 mila euro di stipendi arretrati. L'imprenditore, ha riferito l'avv. Savino Piattoni, ''ha fornito un'ampia, dettagliata e sofferta ricostruzione dei fatti'', sostenendo di aver agito per legittima difesa, perchè i due lo avevano minacciato con un piccone. Il legale non ha presentato istanze di scarcerazione o arresti domiciliari, in attesa degli esiti dei nuovi accertamenti tecnici (Ciferri è stato visitato su richiesta della procura per delle escoriazioni che avrebbe riportato durante la colluttazione) e delle autopsie. 

''Difficile sostenere la tesi della legittima difesa'' quando si esplodono cinque colpi di pistola dice l'avvocato Renzo Interlenghi, che rappresenta la famiglia di Mustafà Nexhmedin. ''Era stato Ciferri a chiamare mio fratello Mustafà e Avdyli: aveva detto 'venite qua, lasciamo stare gli avvocati, ci mettiamo d'accordo e vi do i soldi, ce l'ho a casa'. E invece...''. A parlare, fra le lacrime, è Zeko Nexhmedin, il fratello di uno dei due carpentieri uccisi dall'ex datore di lavoro Gianluca Ciferri, dal quale aspettavano da mesi gli stipendi arretrati: ''circa 11.800 euro Mustafà e oltre 4.400 euro Avdyli Valdet''.  ''Mio fratello - racconta Zeko - da un paio di mesi aveva trovato un posto in un'altra impresa di costruzioni. Ieri mattina, il suo principale e un altro operaio possono confermarlo, ha ricevuto la telefonata di Ciferri e ha chiesto il permesso di allontanarsi, per andare da lui con Avdyli. In cantiere scherzavano: ' se questi soldi li prendi poi ci paghi una birra...'. Oggi Zeko ripete: ''voglio giustizia, solo quello, ma qua la giustizia non c'è...''. Mustafà lascia quattro figli piccoli e la moglie. Avdyli un figlio piccolo, e la moglie incinta di un altro figlio.

Mustafà Nexhmedin, 38 anni, e Avdyli Valdet, 26 anni, sono stati uccisi con una delle armi, regolarmente detenute, che Ciferri teneva in casa. Mustafà è morto sul colpo, l'amico ha tentato una fuga nei campi ed è deceduto poco dopo il ricovero in ospedale. Sono le autopsie e la perizia balistica a dover stabilire da quale distanza siano stati esplosi i colpi mortali. L'omicida sostiene di essersi difeso da un'aggressione: ''mi hanno minacciato con una piccozza'' ha detto ai carabinieri accorsi nella villetta, dopo che lui stesso aveva dato l'allarme. Non ci sarebbero testimoni oculari di quanto accaduto.  

La crisi che uccide 

Per Cgil, Cisl e Uil del Fermano la tragedia è uno dei frutti della crisi economica, che solo nel settore edile conta 12 mila posti di lavoro persi e 3 mila imprese chiuse nelle Marche dal 2009 a oggi. ''Migliaia di disoccupati e cassintegrati - affermano i sindacati -, una balcanizzazione del lavoro nel settore delle costruzioni, con lavori non pagati, in nero, insicuri'', ma ''il Governo e il Parlamento sono ad altro affaccendati''.   I sindacati hanno promosso una raccolta di fondi per aiutare le famiglie delle vittime. Questa sera una fiaccolata ricorderà i due operai. 

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