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Omicidio di 21 anni fa a Milano, 24 anni a conduttore tv

Appello cancella l'ergastolo. Moglie della vittima, starà in cella

   E' stato cancellato l'ergastolo inflitto in primo grado ed è stato condannato a 24 anni di carcere l'ex conduttore tv Alessandro Cozzi, accusato dell'omicidio dell'imprenditore Alfredo Cappelletti, ucciso a Milano in via Malpighi nel 1998.

    Lo ha deciso la Corte d'assise d'appello che ha escluso l'aggravante della premeditazione. "Così è meglio di una assoluzione. Almeno farà qualche anno in galera", sono le parole a caldo della moglie della vittima. 

La Corte d'Assise d'Appello ha accolto parzialmente la richiesta del sostituto pg Maria Grazia Omboni, che aveva chiesto di confermare il giudizio di primo grado, ovvero il carcere a vita, che risale al luglio 2017. Il caso della morte di Cappelletti era stato inizialmente archiviato come suicidio, poi la Procura milanese aveva riaperto le indagini dopo che Cozzi, educatore familiare prestato alla tv come conduttore della trasmissione Rai 'Diario di Famiglia', aveva confessato l'omicidio di Vitiello, ammazzato con circa cinquanta coltellate per un debito nel 2010. Delitto per cui l'imputato sta scontando 14 anni inflitti con rito abbreviato. Come ha scritto la Corte d'Assise di Milano nelle motivazioni di primo grado, nei giorni precedenti all'omicidio di Cappelletti, Cozzi "aveva cercato di accreditare segnali di particolare malessere della vittima" per orientare le indagini verso il suicidio. Su questo punto Maria Pina Beneggi, moglie della vittima, ha detto ai giornalisti:"Volevano farci credere che si fosse trattato di un suicidio, ma mio marito non ha mai voluto togliersi la vita".

La donna non ha dubbi che l'omicidio sia stato premeditato dall'imputato: "Cozzi portò con sé sul luogo del delitto il coltello usato per uccidere". La scorsa udienza l'ex conduttore, rendendo dichiarazioni spontanee, ha negato di avere ucciso l'imprenditore. "Non ho ucciso Alfredo, eravamo molto legati, perché entrambi condividevamo la fede cristiana". Le motivazioni tra 90 giorni.

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