"Voglio morire per Allah": anche se si esclude la pista terrorismo, si stanno concentrando su questa frase, urlata dall'uomo mentre lo portavano in Questura, le indagini sul 29enne della Guinea Bissau che oggi ha tentato di accoltellare un poliziotto alla stazione Centrale di Milano. Per ora sembra che si tratti solo della frase di un esagitato in uno stato di alterazione psichica, e non della dichiarazione d'intenti di un terrorista. Il giubbotto antiproiettile ha impedito che la lama affondasse nella spalla destra, il coltellino multiuso usato dall'africano ha solo graffiato la pelle dell'agente di 31 anni. L'arrestato per tentato omicidio e resistenza si chiama Saidou Mamoud Diallo ma questo è solo uno dei tanti alias che ha fornito negli anni alle forze dell'ordine.
Ha precedenti per minacce, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale, lo scorso 4 luglio il questore di Sondrio ha emesso un ordine di espulsione che è scaduto sette giorni dopo. Dopo la convalida sarà disposto un altro provvedimento di espulsione d'urgenza con accompagnamento a destinazione.
"Ora il Governo deve darsi una mossa - scrive a caldo su fb il presidente della Regione Roberto Maroni -: espulsioni di massa di tutti i clandestini". Il pomeriggio di Diallo inizia poco dopo le 12:30. Il personale delle navette che fanno la spola con gli aeroporti milanesi lo nota aggirarsi dal lato di piazza Luigi di Savoia, in un'area transennata. Indossava un bermuda beige, una polo bianca a righe rosse e blu, ha un sacco a pelo giallo e uno zainetto, lo stesso da cui ha poi estratto l'arma dopo aver inveito contro gli autisti dei bus. Di fronte a quel gesto i dipendenti si sono barricati all'interno del mezzo e hanno chiamato la polizia mentre il 31enne ha tentato di forzare la portiera. Quando si è accorto che erano al telefono ha rinunciato ma poco dopo sono arrivate tre volanti con sei agenti a bordo che hanno tentato di farlo ragionare. Diallo ha risposto puntando il coltello contro di loro ed è stato rapidamente atterrato per essere immobilizzato. Ma l'uomo è comunque riuscito a sferrare una coltellata alla spalla del poliziotto. Ha tentato di colpire una seconda volta prima di essere bloccato definitivamente. Il giubbotto in kevlar ha evitato danni all'agente che è stato comunque accompagnato all'ospedale Fatebenefratelli in codice verde. Nel tragitto verso la Questura il 31enne, in stato di evidente alterazione, ha poi urlato di voler morire per Allah. La frase non è sottovalutata, soprattutto dopo l'episodio del 18 maggio, quando il ventenne italo-tunisino Ismail Tommaso Ben Yousef Hosni ha ferito a coltellate un agente e due militari durante un controllo in stazione. Ma se in quel caso è stato dimostrato un percorso di radicalizzazione, per Diallo non ci sono elementi che lascino ipotizzare niente di diverso dal raptus. Brandiva un coltello a serramanico di genere proibito anche un ivoriano arrestato a Foggia. Sorpreso su un Intercity senza biglietto, ha prima aggredito i ferrovieri, poi gli agenti chiamati in loro difesa. Era già stato arrestato il 5 luglio scorso dalla Polfer di Foggia per i reati di violenza, resistenza e oltraggio.