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Comunali Milano, Parisi: "Stiamo andando oltre il centrodestra"

Forum all'Ansa: "Vincere sarà molto importante per ricompattare la coalizione"

"Una vittoria a Milano sarà molto utile per ricompattare  la coalizione di centrodestra che si allarga in maniera importante verso opzioni liberali e popolari": Stefano Parisi, il candidato sindaco di Milano, ha spiegato la valenza anche nazionale delle elezioni amministrative parlando a un Forum con i giornalisti dell'ANSA. Si tratta di un liberismo "non più elitario ma popolare". "Se si vince a Milano - ha aggiunto - abbiamo la possibilità di governare in modo diverso da questi cinque anni e proporre una piattaforma modernizzata rispetto a quella del '94" quando fu fondata Forza Italia. "Stiamo cercando - ha sottolineato - di andare oltre il centrodestra".

'Renzi ha perso contatto con realtà' - Parisi ha annunciato che tutta la coalizione di centrodestra che lo appoggia sarà insieme a una manifestazione che sarà con ogni probabilità "il 3 giugno". "Renzi dice che non ci sono più i corpi intermedi e parla alla gente direttamente attraverso la tv, ma così ha perso il rapporto con la realtà" e Parisi intende quindi "aprire a Milano una fase nuova della politica", "con una nuova leadership che rivaluta il ruolo dei mediatori sociali", ma "si assume poi le responsabilità: si ascolta, ma poi decido io e, se farò cose che non piacciono ai milanesi, fra 5 anni non mi rieleggeranno".

'Dopo Expo non calato dall'alto' - L'area dove si è svolta Expo deve essere diversa dalla Defense di Parigi "che si svuota alla sera ma un posto cool per andare a vivere": ha aggiunto Parisi, lanciando la sua idea per il dopo evento. Va bene il progetto di Human technopole, lanciato (anzi "top down", ovvero calato dall'alto) dal presidente del Consiglio Matteo Renzi ma non basta. "E' utile, meglio di niente, ma occupa l'8% di quell'area. Lo lasciamo - ha aggiunto - ma cambiamo modello". "In quale parte del mondo si decide che a Palo Alto ci si occupa di realtà aumentata?" ha osservato spiegando che bisogna portare 'facilities', cioè servizi sia finanziari che tecnologici "e prendere le migliori proposte di ricerca - ha concluso - e portarle lì".

'Da A2A si può uscire del tutto' - Per quanto riguarda le municipalizzate, "se il mercato la prende, che il Comune esca da A2A non è un problema". "La partecipazione - ha spiegato - non è più strategica. Il tema è di non svendere" e di vendere gli asset "per gli investimenti". Quindi Parisi sarebbe disponibile "anche a un'uscita del 100%. Dipende esclusivamente da una questione di mercato". Per quanto riguarda Sea, prima di vendere delle quote bisogna trovare "la mission vera di Malpensa. Non dobbiamo togliere Linate, bisogna fondersi con Orio al Serio - ha detto - e poi trovare un management adatto come è successo per Napoli e Venezia. Si possono gestire meglio gli aeroporti e una volta stabilizzato l'assett il Comune può anche uscire".

'Pisapia disastro sulle tasse' - Durante i suoi 5 anni da sindaco, Giuliano Pisapia "ha fatto un disastro" sul tema fiscale imponendo ai milanesi "700 milioni in più di imposte" aumentando di "oltre il 30% la spesa del Comune". Obiettivo di Parisi "è riportare la pressione fiscale ai livelli della Moratti". "Aumentare le tasse è impossibile", ha aggiunto, spiegando che non intende ridurle "nell'immediato" ma attraverso "una spending review strategica non in stile Cottarelli sulle auto blu o cose del genere, ma riducendo il perimetro dell'amministrazione pubblica grazie a una rivoluzione digitale della stessa" che si può attuare "in un anno".

'Insegnare diritti-legalità nelle scuole' - ''Ci sono cose da insegnare ai nostri giovani e ai giovani che arrivano da altri Paesi e in primo luogo il rapporto tra diritti e legalità. E possiamo farlo a scuola, con i corsi di educazione civica'', ha aggiunto. ''Io non farò mai l'assessorato alla notte - ha detto - perchè i giovani non amano essere presi giro. Ma credo che fin dai primi anni di studio bisogna organizzare corsi di educazione civica per spiegare quali sono le nostre radici, quelle giudaico-cristiane, e la nostra cultura e il senso della cosa pubblica. Sennò rischiamo di perdere la nostra identità e di non fornire modelli ai ragazzi che arrivano dall'estero''.

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