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Giallo Brescia: non ancora trovato cellulare operaio morto

Trovato morto operaio, teste chiave del caso

Ancora non è stato recuperato il telefono cellulare di Giuseppe Ghirardini, l'operaio bresciano trovato cadavere domenica pomeriggio nei boschi di Ponte di Legno, nel Bresciano, dopo essersi allontanato da casa da mercoledì. L'ultimo segno di vita del telefono cellulare dell'uomo è relativo a mercoledì pomeriggio scorso, attorno alle 14, quando ha agganciato la cella del passo Crocedomini, a 80 km dal luogo in cui è stata ritrovata l'auto.

Tutto porta a quel forno per leghe speciali in cui - è ormai la convinzione degli inquirenti - potrebbero trovarsi i resti di Mario Bozzoli, l'imprenditore di 50 anni scomparso nel nulla giovedì 8 ottobre a Marecheno in Valtrompia, nel Bresciano. Il fascicolo sulla sua scomparsa, ancora contro ignoti, ha spiegato il procuratore di Brescia Tommaso Buonanno, ipotizza il sequestro di persona ma, spiega il magistrato: "Gli elementi che abbiamo fanno ritenere che il signor Bozzoli non sia mai uscito dalla fabbrica". Oggi, martedì 20 ottobre, I carabinieri di Brescia, con l'aiuto di cani specializzati, sono tornati nell'azienda di Marcheno dalla quale è scomparso l'8 ottobre scorso il 50enne imprenditore Mario Bozzoli. 

Il capo della Procura parla di "una delle indagini più difficili" tra quelle che ha affrontato, ma assicura: "Non siamo trascurando nulla". E non si trascura nulla nemmeno nell'indagine parallela sulla morte di Giuseppe Ghirardini, operaio della Bozzoli srl, scomparso mercoledì scorso, proprio nel giorno in cui i carabinieri dovevano risentirlo e trovato morto domenica nei pressi di Ponte di Legno, a oltre 100 chilometri da casa sua. L'ipotesi di reato "tecnica" per poter eseguire gli accertamenti è quella di istigazione al suicidio anche se la sua non sembra essere stata una morte violenta, stando anche ai primi esiti dell'autopsia, eseguita oggi, mentre per i risultati tossicologici ci vorrà qualche tempo. Gli investigatori hanno repertato tutti gli oggetti nell'area boschiva in cui è stato trovato il corpo: bottiglie, fazzoletti di carta in una zona frequentata da escursionisti e cacciatori.

Ancora non è stato recuperato il telefono cellulare di Giuseppe Ghirardini, l'operaio bresciano trovato cadavere domenica pomeriggio nei boschi di Ponte di Legno, nel Bresciano, dopo essersi allontanato da casa da mercoledì. L'ultimo segno di vita del telefono cellulare dell'uomo è relativo a mercoledì pomeriggio scorso, attorno alle 14, quando ha agganciato la cella del passo Crocedomini, a 80 km dal luogo in cui è stata ritrovata l'auto. 

 Non si trascura nemmeno il clima che si era creato in azienda e nell'inchiesta entra ufficialmente quella che gli inquirenti definiscono "una situazione di contrasto riguardo la gestione e la conduzione delle attività e la conduzione dell'azienda" tra i fratelli Bozzoli. Buonanno parla di "rapporti non idilliaci" e di "forte dialettica" tra i fratelli senza però che la situazione trascendesse in liti violente o iniziative legali. Per buona parte della giornata, l'anatomopatologa Cristina Cattaneo e i carabinieri del Ris hanno setacciato la fabbrica alla ricerca di tracce biologiche dell'imprenditore. Non è stato usato il Luminol che evidenzia tracce ematiche ma che viene utilizzato quando si suppone che l'ambiente sia stato lavato e non sembra questo il caso. Gli investigatori hanno preso tutto ciò che potrebbe servire per capire che cosa possa essere successo nei pressi di quel forno che potrebbe restituire i resti dell'imprenditore.

  Un'analisi delle scorie di lavorazione, del forno stesso e del prodotto finito potrebbe rivelare presenza di tessuti. Anche il legale della famiglia Bozzoli, Patrizia Scalvi, ritiene che quel forno sia la chiave di tutto e nominerà un consulente in grado di spiegare il funzionamento: soprattutto se il portellone possa essere aperto in presenza di temperature elevatissime come quelle richieste per la fusione di leghe speciali. 

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