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Morta madre 'Fatima' Sergio

Era stata scarcerata il giorno prima

(di Andrea Gianni)

Aveva accolto con "sollievo", lunedì sera, la notizia della sua scarcerazione da parte del gip di Milano, che aveva disposto gli arresti domiciliari. Assunta Buonfiglio, la madre della presunta jihadista italiana Maria Giulia 'Fatima' Sergio, è morta però, all'età di 60 anni, prima ancora di riuscire a tornare nelle sua casa a Inzago, nell' hinterland Milanese. Ha avuto nella notte fra lunedì e martedì un arresto cardiaco, al termine di un intervento chirurgico all'ospedale di Vigevano (Pavia). La donna, che in un'intervista televisiva aveva dichiarato di "amare Allah come mia figlia", era stata arrestata lo scorso primo luglio insieme al marito, Sergio Sergio, e all'altra figlia, Marianna, nell'ambito di un'inchiesta del pool anti-terrorismo della Procura di Milano.

Secondo le accuse, la famiglia era in procinto di partire per la Siria per unirsi all'Isis e raggiungere la 27enne Maria Giulia 'Fatima', che ha aderito all'Islam radicale abbracciando la causa del Califfato e si troverebbe ancora nel paese mediorientale. Assunta, nei giorni scorsi, a causa di alcuni problemi di salute era stata trasferita dal carcere all'ospedale di Vigevano, dove è morta. E' duro il commento del suo difensore, l'avvocato Erika Galati, che nelle scorse settimane si era visto respingere una prima richiesta di scarcerazione. Istanza che ieri, invece, anche "in ragione dell'età avanzata e delle condizioni di salute" della donna è stata accolta dal gip di Milano Ambrogio Moccia, che ha disposto gli arresti domiciliari anche per il marito, mentre Marianna Sergio resta in carcere.

"Assunta ha trascorso tre mesi in isolamento - ha spiegato il legale - sono certa che anche il regime carcerario al quale è stata sottoposta una donna di 60 anni abbia avuto ripercussioni sulla sua salute". L'avvocato ha spiegato, inoltre, che la donna era "molto provata e debilitata" a causa della detenzione. E di non sapere se Maria Giulia, tuttora latitante, sia informata della morte della madre, le cui esequie verranno celebrate con rito islamico una volta eseguita l'autopsia sul cadavere. Si stanno occupando degli accertamenti sul decesso gli inquirenti di Pavia, in contatto con il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, coordinatore del pool anti-terrorismo della Procura di Milano e titolare dell'inchiesta che ha portato all'emissione di dieci ordinanze di custodia cautelare.

La partenza per la Siria dei coniugi Sergio, originari della Campania ma residenti da anni a Inzago, era stata bloccata dall'operazione condotta dalla Digos di Milano, che aveva portato al loro arresto con l'accusa di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo. Assunta, casalinga, aveva abbracciato l'Islam dopo la conversione delle figlie Marianna e Maria Giulia, che si era sposata con l'albanese Aldo Kobuzi, anche lui ricercato. Il marito Sergio, dopo un primo tentennamento, aveva deciso di licenziarsi dalla ditta in cui lavorava e si preparava a partire tra agosto e settembre. A incastrarli le tante telefonate con la figlia già in Siria, nelle quali Maria Giulia quasi recitava sermoni sulla grandezza di Allah e sulla necessità di andare a combattere contro "i miscredenti", promettendo ai genitori una casa con un grande giardino e un orto da coltivare.

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