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Morto durante arresto: assolti i 4 agenti

Sentenza a Milano, in lacrime la figlia di Michele Ferrulli. 

(di Igor Greganti)

 "Il fatto non sussiste". Con questa formula sono stati assolti dalla Corte d'Assise di Milano i quattro poliziotti che erano imputati di omicidio preterintenzionale per la morte di Michele Ferrulli, il manovale e facchino di 51 anni deceduto per arresto cardiaco tre anni fa mentre gli agenti lo stavano ammanettando a terra.

Per loro la Procura aveva chiesto 7 anni di carcere, anche sulla base di una perizia su alcuni video di testimoni che quella sera avevano ripreso la scena, ma i giudici li hanno prosciolti, dopo un processo complicato durato più di un anno e mezzo, non ravvisando a carico loro alcuna responsabilità, nemmeno di tipo colposo. In sostanza, la Corte ha stabilito (le motivazioni saranno note tra 90 giorni) che quella sera del 30 giugno 2011 i quattro poliziotti della volante 'Monforte Bis', che erano intervenuti per una segnalazione di schiamazzi in strada in via Varsavia, periferia sud-est di Milano, agirono correttamente nel corso dell'ammanettamento di Ferrulli, che opponeva resistenza, senza picchiarlo. Stando alla perizia medica, l'uomo, che quella sera si trovava vicino ad un bar con due amici romeni e aveva bevuto molto, soffriva di ipertensione e venne colpito, nelle fasi dell'arresto, da una ''tempesta emotiva'' che provocò l'arresto cardiaco.

Secondo il pm di Milano Gaetano Ruta, però, i quattro agenti lo avrebbero "percosso" nel corso della "colluttazione" con una ''violenza gratuita e non giustificabile'' che ebbe come conseguenza, non voluta, la morte. Da qui l'accusa di omicidio preterintenzionale (tra l'altro, formulata dal gup in fase di udienza preliminare e che sostituì quella di omicidio colposo contestata dal pm) che tuttavia non ha retto di fronte ai giudici togati (presidente del collegio Guido Piffer) e alla giuria popolare. "Oggi non ho perso solo io, ma ha perso l'Italia". Con queste parole Domenica Ferrulli, la figlia di Michele, ha commentato la sentenza, dopo essere scoppiata a piangere alla lettura del dispositivo, abbracciata da Lucia Uva, la sorella di Giuseppe, morto nel giugno del 2008 in ospedale dopo essere stato portato alla caserma dei carabinieri a Varese. "E' inammissibile - ha detto Domenica Ferrulli - che si siano fatti anni di processo per arrivare a dire che i quattro agenti sono innocenti. Non ho più fiducia nella giustizia italiana, ma continuerò a lottare per la verità". E' possibile, infatti, che la Procura ricorra in appello. "E' un momento difficile, ma attendiamo le motivazioni per capire - ha spiegato l'avvocato Fabio Anselmo, difensore di parte civile e legale anche nei casi Cucchi, Aldrovandi e Uva - La nostra tesi era in linea con quella della Procura e comunque resta il profondo rispetto per i giudici". I difensori dei quattro agenti, invece, hanno spiegato che "i nostri assistiti sono soddisfatti, ma non sorpresi perché sanno di aver agito correttamente".

 

Nel corso dell'arringa l'avvocato Paolo Siniscalchi aveva sostenuto che Ferrulli quella sera "era una minaccia ed ebbe una reazione rabbiosa nei confronti degli agenti". L'uomo, sempre secondo il difensore, "diede una spallata e fece resistenza", tanto che la centrale operativa inviò altre volanti. E l'altro legale, l'avvocato Massimo Pellicciotta, ha fatto presente che già in altre occasioni Ferrulli si era scagliato contro le forze dell'ordine e aveva opposto resistenza: "Si scatenava ogni volta che vedeva una divisa, per lui la divisa era come un panno rosso per un toro". Dopo la sentenza il difensore ha chiarito che questo verdetto "di piena assoluzione è un esempio, perché dimostra la validità del detto 'male non fare paura non avere': i poliziotti non devono avere paura se si comportano bene".

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