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Uomo decapitato: nipote, sono tranquillo

Proprietario villetta sotto sequestro, "Da mesi non ci parlavamo"

 "Non ho la minima idea di chi possa avere ucciso mio zio. Credo che i carabinieri abbiano voluto perquisire la mia casa perché é la più vicina al bosco dove è stato trovato ucciso. Ma io sono tranquillo". A parlare è Claudio Borgarelli, figlio della sorella di Albano Crocco, ex infermiere decapitato nei boschi di Craviasco, la frazione di Lumarzo dove abitava. Borgarelli, anch'egli infermiere come lo zio, è il proprietario della villetta in cui da stamane stanno effettuando rilievi i carabinieri della scientifica che hanno sequestrato alcuni coltelli e altre armi a lama e una pistola, un revolver regolarmente detenuto da Borgarelli, come lui stesso ha spiegato. I Carabinieri hanno smentito che l'uomo sia formalmente indagato. E lo stesso ha detto l'infermiere: "Io indagato? Non mi risulta sennò avrei dovuto farmi tutelare da un avvocato", spiega Borgarelli, intercettato dai giornalisti davanti alla sua villetta. "È vero, mesi fa avevo litigato con mio zio perchè aveva scaricato dei materiali di risulta quasi davanti a casa mia e per questo da allora non ci rivolgevamo più la parola - ha raccontato l'uomo - Ma era tutto finito lì, tanto che pur potendolo denunciare alla forestale non lo feci. Ho solo preteso che portasse via quei detriti".
    L'infermiere ammette che la mattina della scomparsa dello zio era in casa: "Ho visto la sua auto posteggiata sotto casa mia, dove finisce la strada carrabile. Ho fatto dei lavoretti e poi sono uscito, sono andato a Genova per alcune commissioni e fatto benzina. A che ora sono rientrato? Non me lo chieda, non ne ho più pallida idea".
    (ANSA).
   

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