(di Gabriele Santoro)
(ANSA) - ROMA, 22 GEN - E' passata da poco la mezzanotte, e
la signora Agea ha il sonno leggero, come da qualche giorno. Non
sa ancora che saranno la sua insonnia e la sua prontezza a
salvare la vita a lei e a tanti altri. Vive al settimo piano di
lungotevere Flaminio 70, in affitto con il marito, che però non
c'è. Lei allora come al solito dorme, prova a dormire, sul
divano. E sente rumori, scricchiolii dai muri. Topi? Ladri? "Io
ho sempre paura dei ladri, sento gente che cammina di notte, per
questo chiamo spesso il 113". Poi però vede le crepe sul muro.
Mezzanotte e mezza circa, annoteranno i vigili del fuoco. Alza
il telefono e chiama il 113, viene ridiretta sul 112, il nuovo
numero unico delle emergenze, che la gira ai vigili del fuoco.
Dopo dieci minuti sono già lì con due squadre, 12 persone circa.
Agea sente trambusto. Richiama il 113 una seconda volta:
"Mandate qualcuno". Alla porta le bussano i pompieri, insieme a
Andrea Ciacchella, un vicino che fa l'ingegnere civile: "C'erano
delle aperture sul solaio, lungo la muratura" racconterà il
professionista, che capisce subito che la situazione è grave.
L'enorme palazzo degli anni Trenta, abitato da
professionisti, è per fortuna semivuoto. Una signora sta dalla
figlia a Bracciano, due persone originarie della Calabria non vi
abitano in modo stabile. La stessa figlia di Ciacchella, vedovo
da un anno, è fuori casa, l'indomani ha un esame. I soccorritori
bussano di porta in porta. Mara, un'anziana del quinto piano, si
spaventa: "Qui siamo tutte donne sole - spiega - abbiamo paura
ad aprire, ma quando ho visto che era davvero un vigile mi sono
messa una cosa addosso, ho aperto e sono uscita". Alle 2,30 di
notte i residenti sono tutti in strada, vestiti com'erano, tute
e pigiami, compreso un disabile che ha difficoltà a camminare.
C'è il tempo di spostare le macchine da sotto il palazzo.
Dopo circa un'ora la sommità del palazzo si piega su se
stessa, implode, un boato sordo, enormi pezzi di cemento e
calcestruzzo precipitano per sei-sette piani. "Una grande nube,
sembravano le Torri Gemelle" trema un residente. "Vibravano i
vetri, ho pensato al terremoto, poi a una bomba dell'Isis"
racconta Stefano Alberici, 22 anni. I vigili urbani sono sul
posto. Chiudono il tratto di lungotevere, e Roma nord andrà in
tilt. Ma intanto fa freddo. L'Atac manda sul posto due bus
riscaldati che fungono da ricovero. Due persone vengono portate
in alloggi messi a disposizione dal Comune. La mattina trova i
vigili del fuoco e gli altri soccorritori al lavoro. Si salva
anche il gatto Pippo, 21 anni e le proverbiali sette vite.
Il commissario di Roma Capitale Francesco Paolo Tronca ha
elogiato "il gioco di squadra" nei soccorsi. "La macchina è
scattata immediatamente - ha detto durante un sopralluogo nel
pomeriggio sul luogo del crollo - e constatiamo soprattutto come
ognuno immediatamente ha svolto il proprio compito. Non c'è
stato bisogno di spiegare niente e perdere tempo. Questo
significa pronto intervento, efficienza e soccorso pubblico".
(ANSA).