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Scritte antisemite a Roma, 3 indagati nell'estrema destra

In casa busti del Duce e manganelli. Pacifici, bene istituzioni

(di Domenico Palesse)
In casa avevano busti del Duce, vessilli fascisti, manganelli e bombolette spray. Probabilmente le stesse che hanno usato per imbrattare con le svastiche le serrande di numerosi negozi gestiti da ebrei la notte tra il 27 ed il 28 luglio. Per questo tre esponenti dell'estrema destra romana, tra i 20 e i 53 anni, sono finiti nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Roma con l'accusa di odio razziale, avviata proprio in seguito alle scritte antisemite comparse a fine luglio in tutta la città. "Anna Frank cantastorie" o "Ogni palestinese è come un camerata. Stesso nemico stessa barricata'". Erano oltre settante le frasi a sfondo razziale comparse un paio di settimane fa in diversi quartieri della città, da San Giovanni a Prati. Unanime fu la condanna per l'episodio con il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che accostò le scritte a quanto avvenne nel 1933 "quando alcune stelle gialle furono attaccate all'entrata di negozi di proprietà di ebrei". Parlò di "vergogna e offesa per tutti i romani" il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ribadendo l'intenzione di fare della Capitale una città "del dialogo e della pace e non terreno di barbarie". Solo qualche giorno dopo, però, nuove scritte e locandine spuntarono di nuovo in città incitando a dare "fuoco alle sinagoghe". I vandali colpirono lo stesso edificio su cui, nella zona del quartiere Prati, era stata da qualche ora rimossa la scritta 'Giudei la vostra fine è vicina'.
    Soddisfazione è stata espressa oggi, in seguito alle perquisizioni e all'individuazione dei presunti responsabili delle scritte antisemite, dagli ebrei romani. "In queste settimane di forte tensione - ha sottolineato Pacifici - le istituzioni e le forze di sicurezza sono state sempre presenti.
    La speranza è che le persone indagate per le scritte che istigano all'odio razziale siano ora processate al più presto dalla giustizia italiana". Gli investigatori, nel frattempo, continuano le indagini per capire se ci sono anche altre persone che hanno preso parte ai raid antisemiti. Le perquisizioni nelle abitazioni dei tre indagati hanno consentito di sequestrare anche annuari del Duce ed un manganello con una croce celtica e la scritta "A mali estremi, estrema destra". In merito al proliferare delle scritte, l'Ama annuncia che in cinque giorni sono stati effettuati 300 interventi di rimozione, per una media di 60 al giorno.(ANSA).
   

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