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>ANSA-FOCUS/ 40/o sisma Friuli: testimoni, bare in fila e macerie

Sindaco di Gemona dell'epoca, ricordo è sempre duro e difficile

(ANSA) - UDINE - ''I cimiteri... le bare allineate e accatastate in attesa di deporvi i cadaveri che le macerie restituivano... Sono i ricordi più tristi, laceranti, indelebili e devastanti di quell'esperienza''. Chi parla è Ivano Benvenuti, all'epoca del terremoto in Friuli sindaco di Gemona, la città martire del sisma, quella che lasciò sul terreno quasi quattrocento morti. ''Ogni anno quando si avvicina la data del 6 maggio non posso non riandare a quei momenti - afferma - e quest'anno, alla ricorrenza dei 40 anni, il ricordo si fa ancora più intenso, duro, difficile''.  Benvenuti, allora giovanissimo, fu uno dei più stretti collaboratori di Antonio Comelli, presidente della Regione, unanimemente riconosciuto come il 'padre' della ricostruzione del Friuli. Seppe guidare la sua comunità nei mesi e negli anni difficili del post-sisma senza mai perdere di vista il contatto anche personale con i suoi paesani. ''Del resto - afferma - nelle nostre piccole comunità ci conosciamo un po' tutti. Ho perso molti amici...''.

    Sono tanti i protagonisti di quegli anni. Difficile ricordarli tutti. Tra gli industriali chi dette un impulso straordinario a ricostruire e a ripartire, fu Rino Snaidero, patron dell'omonimo gruppo di Majano che subì danni enormi, ma che seppe ripartire meglio di prima. Tra i tecnici, molti dei quali non ci sono più, Claudio Malacarne, per anni dirigente della Segreteria generale straordinaria della Ricostruzione.

    ''Lo Stato conferì alla Regione ampi poteri per la gestione del processo di ricostruzione - afferma Malacarne - tenendo per sé opere di stretta competenza, come l'edilizia di culto, quella universitaria e di carattere culturale, le grandi infrastrutture. Cantieri questi che lo Stato - prosegue - ha comunque gestito in stretta collaborazione con la Regione. Quest'ultima, a sua volta, ha avuto la possibilità di ricorrere alla delega ai Comuni favorendo così l'ascolto degli orientamenti espressi in sede locale. Le riunioni nelle tendopoli erano all'ordine del giorno. Questo è stato il 'modello Friuli' - conclude - che ha funzionato''.
   

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