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Serracchiani: 'Necessario un intervento sulla Rai'

La vicepresidente del Pd partecipa a un forum all'Ansa

Rai, jobs act, riforme, rapporto con le toghe dopo l'approvazione del testo sulla responsabilità civile dei magistrati ma anche primarie in Campania con i nodi da sciogliere per il Pd. Debora Serracchiani, vice segretario Dem, interviene a un Forum all'Ansa, intervistata dalla redazione su tutti i temi dell'attualità politica.

Rai - "Ci sono tutte le condizioni" - dice la Serracchiani - per arrivare a un intervento del Governo sulla Rai, che è "necessario", "anche con il Parlamento se ci saranno le condizioni". Serracchiani ha ricordato che "non spetta al Presidente della Camera dire se ci siano i requisiti di urgenza". "Credo che il presidente sia stato chiaro", ha aggiunto Serracchiani, riferendosi al premier Matteo Renzi, e spiegando che la volontà di un intervento "deriva anche da un eccesso di ostruzionismo, una fotografia già vista all'interno del Parlamento". "Molte delle decisioni in tema di Tlc - ha continuato - sono spesso richieste che arrivano da tempo anche dall'Europa, da sempre disattese o sulle quali c'è un forte ritardo". Serracchiani non ha invece voluto commentare la notizia dell'opa di Ei Towers (Mediaset) su Rai Way.

Nodo primarie in Campania - Il percorso delle primarie per le regionali in Campania, "gestito da Guerini, è stato complesso e delicato e va avanti da tanto tempo. Abbiamo compiuto la scelta delle primarie: mi auguro sia un momento di vitalità del partito e che non ci siano problemi di altra natura". "Crediamo molto - ha detto in un altro passaggio - nello strumento delle primarie: sono assolutamente il modo migliore per scegliere la classe dirigente. Ma siamo consapevoli che dobbiamo mettere mano alle regole per evitare ulteriori fraintendimenti: c'è bisogno di calarle nei territori, perché un conto è pensarle in una stanza a Roma, un conto calarle nelle singole realtà". "Non rinunciamo a fare le primarie per la scelta dei candidati e il fatto che in molti pensino di copiarle, come Salvini e Meloni nel centrodestra o come Fitto che le chiede a Berlusconi, è la testimonianza che non solo le primarie hanno fatto storia ma sono uno strumento da salvaguardare". "Abbiamo affrontato criticità in alcune Regioni, come in Liguria, dove sarò sabato in apertura della campagna elettorale di Raffaella Paita a Genova - aggiunge - E' il segnale che sul territorio dobbiamo rafforzare la nostra presenza e fare riflessioni puntuali su cosa significa fare le primarie in partiti che vanno ripensati nelle strutture".

Chiarire attuazione legge Severino - "Forse c'è bisogno che si faccia chiarezza rispetto all'attuazione di una legge come la Severino e di tutti i suoi risvolti, compreso l'intervento della magistratura". "E' una legge giusta ma non possiamo rimanere nell'incertezza come sul sindaco di Napoli o di Salerno".

Rapporto con i pm - L'approvazione della legge sulla responsabilità civile dei magistrati "non cambia i rapporti del Pd con la magistratura: il Pd, che per la prima volta nella sua storia esprime un segretario nazionale che è anche presidente del Consiglio, ha il dovere di fare le cose che abbiamo sempre detto che avremmo fatto". "Il voto di ieri alla Camera, chiaro e definito nei numeri, è la fotografia di quello che il governo sta facendo: non ci sono rendite posizione, salvaguardie a prescindere, posizioni più forti di altre". "E' una decisione che andava presa. Può essere condivisa nel merito o no, ma penso compito del Parlamento sia legiferare in tutte le materie".

Jobs act, mai mancata dialettica governo-Camere - "Non credo sia mai venuta meno la dialettica tra governo e Parlamento. Ma dialogare non vuol dire fare pedissequamente quello che mi viene richiesto". Così Serracchiani risponde, nel corso del Forum dell'ANSA, a Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, che solleva un tema di rapporto tra governo e Parlamento, dopo l'approvazione del Jobs act. "Il testo della delega - ricorda Serracchiani - era stato fortemente modificato con un maxiemendamento che ha raccolto le indicazioni della minoranza e del Pd tutto". "C'è un vulnus sui licenziamenti collettivi del Jobs act, perché il decreto attuativo del governo è diverso rispetto al parere consultivo delle commissioni. Ma il governo si è assunto la responsabilità di una scelta. Il ministro Poletti l'ha giustificata con l'esigenza di non creare canali diversi e a volte inspiegabili, ad esempio per gli investitori stranieri. Si può non essere d'accordo ma è un punto di vista che il governo ha motivato".

Strada riforme ancora lunga ma segnata - "Siamo a una buona parte dell'opera di riforma del Paese, manca ancora parecchio ma la strada è segnata". Ricordando il suo esordio sulla scena del Pd nazionale nel 2009, Serracchiani osserva: "In sei anni è davvero cambiato il mondo, è cambiata la politica in Europa, in Italia, il modo in cui la classe dirigente fa politica. Essere diventati classe dirigente del Paese è un salto notevole, forse inaspettato ma che abbiamo cercato con una certa determinazione partendo da percorsi diversi". "Quello che abbiamo fatto - prosegue - non basta perché se c'è tanta gente che vuol cambiare, c'è tanta gente che sta bene come sta. Lo si vede quando avviamo un percorso di riforma. La prima risposta è no: il processo di cambiamento da fare è ancora lunghissimo, ma la sfida riformatrice non è ancora accettata in tutto il Paese". "Questa classe dirigente non si accontenta di non far cambiare mentalità al Paese e acquisire un processo nuovo di azione riformatrice - conclude - A un giovane del Pd di periferia direi che gli impegni nei prossimi anni sono talmente tanti, che qualsiasi cosa tocchi diventa una riforma".

Landini, sindacalista che fa politica - "Il sindacato è un soggetto sociale, non politico", ma il segretario della Fiom, Maurizio Landini, "è un sindacalista che fa politica". "Con i sindacati, per esempio, discuto la misura di sostegno al reddito in Friuli Venezia Giulia - ha ricordato la presidente della Regione -, ma se il sindacato fa politica è un'altra cosa".

Friuli Venezia Giulia - Il Friuli Venezia Giulia registra "timidi segnali ripresa, sia sull'export che sulla produzione e anche sull'occupazione". La regione  "reagisce con un po' di ritardo alla crisi e anche rispetto alla ripresa, ma i segnali sono positivi", ha aggiunto Serracchiani, ricordando la riforma "Rilancimpresa", che tra le altre cose prevede una riduzione dell'Irap.

Macroregioni - "Non credo che ci sia lo spazio per riscrivere la geografia delle Regioni. Il tema delle macroregioni non fa parte dell'agenda. La riforma costituzionale sia portata a compimento in tempi ragionevoli".

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