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Cinema: le tracce di Fellini nella sua Rimini

Questa sera 'i Vitelloni' al Fulgor, la sala dove andava da bimbo

(di Gianluca Angelini)

(ANSA) - RIMINI, 31 OTT - In una piazza Cavour gremita, a due passi da quel 'Fulgor' restaurato e riaperto lo scorso anno in cui il giovane 'Maestro' - seduto sulle ginocchia del nonno a guardare 'Maciste all'inferno' scopriva la magia del cinema - il saluto più dolce e spontaneo era stato un grido, a risuonare nel silenzio: 'vai Federico'. L'ultima parola prima del commiato eterno che Rimini aveva dedicato a uno dei suoi figli più illustri. Se non il più illustre: Federico Fellini, scomparso proprio venticinque anni fa, il 31 ottobre del 1993.
    L'ultimo saluto - affettuoso - della città che la sua fantasia di cineasta ha consegnato per sempre alla storia con quell''Amarcord', Oscar nel 1975, che ha portato sul grande schermo il natio borgo San Giuliano; il Gran Hotel e il mare solcato dal 'Rex' luccicante; la passeggiata del porto - che a Rimini chiamano la 'palata' e il 'Fulgor', teatro dell'innamoramento per il cinema.
    Luoghi resi immortali seppur ricostruiti a Cinecittà, forse più consona - tra cartapesta e fondali posticci - a dare corpo all'universo onirico felliniano e a ricreare - seppur con il distacco di centinaia di chilometri - quell'intimità con la sua gente: le facce del borgo, le 'azdore romagnole', i vitelloni, i pescatori e i 'pataca', i signori in 'smoking' sulla terrazza del Grand Hotel. Ritratti che hanno costellato l'immaginario del Maestro, volato a Roma verso la grandezza, ma sempre legato, dal ricordo, a quella cittadina sull'Adriatico che ha nutrito i suoi sogni di ragazzo.
    Venticinque anni fa erano stati migliaia i riminesi, più di 20.000 avvolti dalla nebbia, che si erano stretti attorno a Fellini, per l'ultimo ciak, regalandogli l'applauso caldo e malinconico. Il tributo a un uomo di cui andare fieri e che, come nessun altro, aveva saputo cogliere, guardandola da lontano, l'indole della sua gente, il suo cuore e la sua anima.
    Legata anche agli oggetti più semplici: ai quattro montanti del letto, Fellini aveva dato i nomi dei quattro cinema di Rimini: e da lì, prima di addormentarsi, prendevano forma le sue storie oniriche, immaginifiche, che dal piccolo borgo della Romagna, lo hanno portato alle vette della cinematografia mondiale.
    Questa sera, nel 25/o anniversario della sua morte, proprio in quella sala del Fulgor dove Fellini si è innamorato del cinema, Rimini lo ricorda con la proiezione de 'I Vitelloni'.
   

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