(ANSA) - NAPOLI, 9 APR - Una vasca che è una miniera d'oro.
Da decenni, con una vetrina luccicante, tra medaglie olimpiche,
iridate, europee. E anche all'Universiade, con successo in tre
occasioni, Zagabria 1987, Sicilia 1997, Pechino 2001. Per questo
motivo la pallanuoto italiana maschile attende con ansia il via
all'Universiade, dal 3 al 14 luglio. Alla Scandone per un'altra
impresa. Un altro podio, come quello siciliano, 22 anni fa, nel
decennio che ha piazzato le calotte italiane - con tanti
napoletani in acqua - in vetta al mondo, grazie anche all'oro
centrato dal Settebello ai Giochi olimpici di Barcellona 1992.
"E cinque anni dopo si è vinto in Sicilia, dove c'era un
atmosfera bellissima, poca pressione per i risultati sportivi,
si è riusciti a cogliere la bellezza dell'evento, con la
conoscenza di altre culture, altre consuetudini, da atleti di
tutto il mondo - spiega Fabrizio Buonocore, 42 anni, ancora in
vasca con lo Studio Senese Cesport (Serie A2), uno dei tre
napoletani vincenti nella nazionale del 1997, con Fulvio Di
Martire e Cristian Andrè - spesso cercavo di allontanarmi dalla
mia stanza per conoscere campioni di altre discipline, ma Enzo,
un maestro di pallanuoto e di vita, riusciva a pizzicarmi
sempre".
Buonocore era allenato in Sicilia da Enzo D'Angelo, uno dei
miti della pallanuoto campana e italiana, il Cavaliere, perno
della Canottieri del guru Fritz Dennerlein che ha dominato
(quattro scudetti) negli anni Settanta e autore della rete alla
Dinamo Mosca che consegnò alla squadra napoletana la Coppa dei
Campioni nel 1978. "Con lui ma anche negli anni a seguire la
nostra pallanuoto è stata sempre protagonista, soprattutto negli
anni Novanta. Lo sarà anche all'Universiade napoletana -
aggiunge Buonocore - partiamo sempre per vincere, spero
riescano, come avvenuto a noi in Sicilia".
Un'atmosfera, quella siciliana, che Fulvio Di Martire, che era
il capitano della nazionale, non ha mai dimenticato: "A Palermo
la piscina era stracolma a un'ora e mezza dalla finale con
l'Ungheria. E poi ricordo ancora quel ragazzino che poco prima
dell'inizio mi predisse un gol di testa in partita, qualcosa di
incredibile perché poi è davvero accaduto. Dopo il trionfo l'ho
cercato, senza più ritrovarlo. Emozioni uniche, sono sicuro che
la nostra nazionale possa ripetere la nostra impresa". (ANSA).