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Bambina giù da balcone a Caivano, madre: "Giustizia" o "me la faccio da me"

La piccola era stata vittima di abusi, secondo quanto emerge dall'autopsia. Pm sente amichetti, sospetto è che fosse finita in rete pedofilia

Potrebbe arrivare dai bambini del Parco Verde la svolta nelle indagini sulla fine di Fortuna Loffredo, la bimba morta lo scorso giugno dopo essere precipitata dal balcone di un palazzo a Caivano (Napoli) e che, come ha confermato l'autopsia, aveva subìto abusi sessuali. Il pm titolare dell'inchiesta, Federico Bisceglia, sta infatti ascoltando in questi giorni alcuni amichetti della piccola nel tentativo di capire se Fortuna avesse confidato loro problemi, paure o disagio.

Gli incontri tra il magistrato e i bambini avvengono nella scuola elementare, alla presenza di uno psicologo, di un assistente sociale e dei genitori. Il sospetto della Procura è che Fortuna fosse rimasta coinvolta in un giro di pedofilia, del quale forse anche altri bambini del Parco Verde sono vittime. A farle del male è stato probabilmente qualcuno che le era vicino e di cui lei si fidava. Il sospetto è condiviso dalla madre della bimba morta, Domenica Guardato, che i familiari chiamano Mimma. La donna punta senza esitazione il dito contro le persone che abitano nell'edificio: "Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli. Da questo quartiere non me ne vado: ho paura, ma la voglia di giustizia è più grande. Voglio giustizia, e se non me la danno me la faccio da me".

L'omertà del quartiere era stata denunciata fin dalle prime fasi dell'inchiesta dal procuratore, Francesco Greco. Poche persone si sono fatte avanti per testimoniare, ma hanno reso dichiarazioni, secondo gli inquirenti, non attendibili o comunque non decisive. I magistrati di Napoli Nord lavorano a stretto contatto con quelli della Procura di Napoli, che è competente per un altro tragico episodio avvenuto nel Parco Verde: la morte di un altro bambino, Antonio Giglio, di tre anni, precipitato come Fortuna dal balcone del palazzo. Antonio era fratello di Doriana, l'amichetta del cuore di Fortuna, che la mattina del 24 giugno, poco prima del tragico incidente, aveva giocato con lei. La vicenda è seguita dal pm Urbano Mozzillo. Non è escluso che i due fascicoli possano essere unificati nel caso in cui emergano ulteriori elementi comuni ai due casi.

Quella che Fortuna abbia subìto abusi sessuali non è una novità per i magistrati, ai quali il medico legale aveva già riferito questa circostanza dopo un primo esame esterno della salma. La conferma arrivata dall'autopsia, tuttavia, fa ora assumere alla pista della pedofilia una maggiore consistenza. L'auspicio degli investigatori, oltre che dei familiari della bambina, è che qualcuno abbia il coraggio di farsi avanti e parlare, rompendo il muro di omertà che da mesi ostacola le indagini. Anche don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano divenuto in questi anni un simbolo nella difesa del territorio dagli avvelenamenti e dalle illegalità, lanciò un appello nel corso dei funerali della bimba: "Chi sa parli".

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