(ANSA) - COSENZA, 30 GEN - E' in costante crescita il mercato
delle patate della Sila Igp.
A circa cinque anni dall'assegnazione da parte dell'Unione
europea del marchio Indicazione geografica protetta (Igp), il
prodotto di qualità made in Calabria si consolida e continua a
guadagnare spazi sui mercati nazionali e non. Un dato, quello
che certifica l'aumento delle vendite di patate silane Igp, che
acquista maggior valore se si tiene conto che il settore
pataticolo nel suo complesso, al pari dell'intero ambito
dell'ortofrutta, ha vissuto un anno dai contorni drammatici.
Attualmente sono 2 mila gli ettari coltivati a patata
sull'altopiano calabrese, con una produzione annua pari a circa
700 mila quintali. In Sila esiste un ecosistema ottimale per la
crescita del tubero che nel contesto della montagna mediterranea
per eccellenza, ad un altitudine superiore ai mille metri,
acquisisce particolari caratteristiche organolettiche e, in
particolare, una maggiore percentuale di amido che ne accentua
il sapore e lo rende più nutriente e saporito.
Attualmente sono 250, pari a poco più del 10%, gli ettari le
cui caratteristiche possono consentire la certificazione Igp,
con una resa produttiva che si aggira tra i 25 e i 30 mila
quintali. Le patate silane del consorzio produttori associati
papate silane (Ppas), commercializzate nel classico sacchetto
verde e giallo da un chilo e mezzo o da due chili, che distingue
il tubero calabrese dagli altri prodotti di settore, è sempre
più presente e richiesto sugli scaffali della grande
distribuzione organizzata. In verità, molto di più al di fuori
dalla Calabria che entro i confini della regione.
"Il nostro - spiega Albino Carli, direttore della struttura
consortile dei produttori silani - è un prodotto di qualità che
è nostra intenzione posizionare sempre più su un livello di
elite al pari di altri marchi noti a livello nazionale e
maggiormente pubblicizzati. C'è da dire inoltre che, al calo di
vendita del prodotto non certificato, con giacenze alte come
purtroppo si verifica da un pò di tempo a questa parte, fa da
contraltare l'ottimo andamento del prodotto a marchio. Ciò a
testimonianza che la qualità è una scelta vincente che paga".
"Il nostro obiettivo - prosegue Carli - è quello di essere
presenti su tutti i punti vendita e in modo uniforme. In ciò
potendo contare su un prodotto garantito al consumatore
attraverso un sistema di tracciabilità che, in etichetta, grazie
alle indicazioni contenute, consente tramite Google maps di
risalire anche al campo dove il prodotto, acquistato nel negozio
sotto casa, è stato coltivato. Abbiamo reso trasparente tutto
ciò che facciamo e, sul sito, si possono verificare i risultati
delle analisi che attestano l'assenza di residui chimici".
Il Consorzio Ppas, che conta 30 soci tra aziende agricole e
cooperative, produce all'incirca 300 mila quintali di patate
l'anno, pari all'incirca al 40% dell'intera produzione silana.
Non manca l'attenzione al biologico. "Ci muoviamo anche in
questo ambito - dice ancora Carli - con un prodotto che, dalla
nicchia attuale, potrebbe guadagnare spazi siscuramente più
ampi. Ci crediamo. Al punto che proprio la patata silana
biologica sarà la novità che presenteremo al 'Fruit Logistic' di
Berlino in programma dal 4 al 6 febbraio". (ANSA).