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Sisma L'Aquila, corteo contro il 'pasticcio' della restituzione delle tasse

Negozi chiusi, striscioni 'no al terremoto fiscale'. Ue precisa: restituire solo compensazioni ingiustificate

Uno striscione recita "No al terremoto fiscale" e su un camion campeggia un cartello con la scritta: "È incomprensibile. Reduci dal terremoto, vittime dello Stato". Con questi slogan sono partiti in corteo all'Aquila migliaia di cittadini, imprenditori, commercianti e studenti, con politici e amministratori, nella manifestazione organizzata da Comune dell'Aquila e Regione Abruzzo per dire no alla richiesta di pagamento per intero richiesta dalla Commissione Europea, anziche' con abbattimento del 60% come previsto dalla legge, delle tasse sospese a imprese e professionisti nel cratere del sisma del 2009.

Il magazine ANSA a 9 anni dal sisma: Chi torna nel centro?

Sarebbe infatti emerso che "i Governi italiani, per dieci diverse calamità avevano concesso vantaggi fiscali a imprese senza mai notificare l'intervento alla Commissione Europea e senza rispettare i regolamenti comunitari", viene scritto da Regione Abruzzo e sindaci in una lettera a Mattarella che spiega e ricostruisce l'intera vicenda. Da quel momento è partita una interlocuzione tra la Commissione e i Governi italiani che si è protratta negli anni coinvolgendo 4 governi nazionali. All'esito di questo lavoro è stata notificata una Procedura di Infrazione con la richiesta di recupero dei vantaggi fiscali concessi.

"Non voglio parlare di governo, ma dell'Aquila e di una Europa incapace di distinguere aiuti di stato da quello che lo stato deve legittimamente ad una popolazione colpita da un dramma", ha detto la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni durante il corteo.

"È una manifestazione partecipata. C'è quella rabbia positiva che ha consentito anche in passato di rivendicare diritti negati. Bisogna combattere perché la proroga di quattro mesi non risolve il problema. Lotteremo fino alla fine con mezzi civici, politici e giuridici". Sono le parole del sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, in testa al corteo.

"Vogliamo rispondere così a questa iniquità - dice il presidente dell'Ance L'Aquila, Ettore Barattelli - a Roma andremo se non ci saranno risultati da questa nostra azione".

Chiuse le saracinesche dei negozi, sfilano anche parlamentari, il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio.

"Siamo persone serie. Questa è una manifestazione per la legalità, non chiediamo condoni. Questo è il posto d'Italia dove si pagano le tasse più alte, le tasse più la rata di restituzione. Lo Stato rispetti le sue leggi. C'è una legge che dice come restituire le tasse, se i governi che si sono succeduti hanno dimenticato di fare la notifica la colpa non è nostra", afferma Lolli.

Ue precisa: restituire solo compensazioni ingiustificate  - Solo le compensazioni fiscali ingiustificate - ovvero quelle ricevute da imprese che non avevano attività economiche ma solo la sede legale sul territorio o che hanno ricevuto di più rispetto ai danni subiti - sono quelle che devono essere restituite. E queste riguardano esclusivamente il sisma del 2009. Lo precisa un portavoce della Commissione Ue all'ANSA, ricordando che qualche settimana fa la stessa Bruxelles ha dato l'ok allo schema di aiuti da 44 milioni di euro per il 2018-2020 per i terremoti del 2016-2017.

Il caso risale a una decisione del 2015, quando la Commissione ha trovato che l'insieme delle misure italiane prese tra il 2002 e il 2011 per le agevolazioni fiscali alle imprese vittime delle catastrofi naturali "non erano ben mirate" in quanto "non richiedevano in alcun modo di dimostrare di aver subito danni". "Il risultato", sottolinea il portavoce, "è che alcune imprese hanno ricevuto compensazioni senza aver sofferto danni, e altre ne hanno ricevute di più del valore dei danni".

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