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20 novembre, 23:41 Photostory Primopiano

John F. Kennedy, icona per Usa

52 anni fa alla Casa Bianca, al potere solo mille giorni

© ANSA
John Fitzgerald Kennedy, 35mo Presidente degli Usa. Aveva 43 anni quando fu eletto, e guido' l'America fino al 22 novembre 1963, quando fu ucciso a Dallas da Lee Harvey Oswald © Ansa

Il 20 gennaio di cinquantadue anni fa John Kennedy giurava come 35/o presidente degli Stati Uniti. In quel freddo martedi' di Washington, in una luce splendente anche per l'abbondante nevicata caduta durante la notte, entrava alla Casa Bianca il presidente che negli anni a venire avrebbe conquistato piu' di chiunque altro il cuore degli americani. A mezzo secolo di distanza la figura di John Fitzgerald Kennedy continua ad essere ricordata e celebrata come uno dei grandi simboli dell'America del Novecento. Come 35/mo presidente degli Stati Uniti, servi' il suo Paese per soli due anni e mezzo.

Eppure la sua figura resta cruciale per definire l'America del dopoguerra. Gli storici sono concordi nel ritenere che in parte e' per la sua biografia, cosi' piena di successo e fascino; in parte per la sua morte, cosi' violenta e inattesa. Resta il fatto che a oltre mezzo secolo da quel 20 gennaio 1961 John Kennedy rimane ancora oggi un punto di riferimento per la storia politica americana. Non c'e' candidato democratico, sia egli in corsa per un seggio locale o per il Congresso, che ad ogni elezione non lo citi come modello di pensiero e di linea politica. E non c'e' cittadino americano, giovane o vecchio che sia, che non provi un'emozione particolare di fronte all'immagine presidenziale di John e Jacqueline Kennedy.

Tanto come protagonista della politica di allora, quanto come sua vittima sacrificale, Kennedy ha espresso piu' di ogni altro presidente l'immagine della nuova America: una superpotenza talmente ''capace di sognare'' da puntare i suoi razzi verso la luna; ma anche capace di ergersi a baluardo della liberta' occidentale contro l'allora blocco sovietico.

''Consentite al mondo di andare avanti - disse Kennedy nel suo discorso inaugurale sulla scalinata del Campidoglio, davanti all'ex presidente Eisenhower e in mezzo a politici ancora in ghette e tuba, cosi' improvvisamente anacronistici con l'eleganza nuova del cappellino indossato per l'occasione dalla nuova first lady Jacqueline -. Consentite che la fiaccola sia passata nelle mani di una nuova generazione di americani...E chiedetevi non cio' che il vostro Paese puo' fare per voi, ma cio' che voi potete fare per il vostro Paese... E' tempo che le nazioni libere del mondo si uniscano contro i nemici comuni: la tirannia, la poverta', la malattia, la guerra stessa''.

Parole che suonano attualissime a mezzo secolo di distanza. Non a caso sono le stesse che hanno portato Barack Obama, 50 anni dopo, a giurare davanti alla stessa scalinata, presente al suo fianco l'ultimo dei Kennedy, Ted, che nell'ultimo discorso della sua vita (alla Convention democratica di Denver) aveva usato le stesse parole di John per sostenere la candidatura del primo presidente nero: ''lasciate che la fiaccola sia passata nelle mani di una nuova generazione di americani...''. Per quelle misteriose coincidenze della storia, anche Obama e' entrato alla Casa Bianca il 20 gennaio. Un martedi', naturalmente.

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