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17 gennaio, 14:40 Photostory Primopiano

Il viaggio in Italia di JFK

© ANSA
Kennedy con il presidente del consiglio italiano Amintore Fanfani a Washington, alla Casa Bianca, il 16 gennaio 1963 © Ansa

di Claudio Accogli

John F. Kennedy e l'Italia: un amore appassionato e per molti versi ancora inedito, sublimato dalla visita del presidente americano nel Belpaese, nel luglio del 1963, pochi mesi prima di essere assassinato a Dallas. L'Italia, per il presidente entrato in carica il 20 gennaio 1961, e' il principale teatro di sperimentazione dell'apertura a sinistra, uno dei capisaldi della Nuova Frontiera: a Roma, Jfk sostiene l'alleanza tra Aldo Moro e i socialisti di Pietro Nenni, con un occhio di riguardo al Pci guidato da Palmiro Togliatti. La missione in Italia, che chiude il tour europeo del presidente, ufficialmente inizia il primo luglio. Ma i ringraziamenti di Jfk pubblicati dalla Kennedy Library per i "piacevoli momenti" passati a Villa Serbelloni sul lago di Como confermano una volta per tutte che Kennedy scelse di pernottare la sera prima nello splendido edificio del 1533 per "riposare" dopo le fatiche del viaggio che lo aveva portato a Berlino, Londra, Dublino, prima di recarsi a Roma. Una scelta delicata per il primo presidente cattolico della storia Usa: proprio il 30 giugno 1963 Paolo VI veniva incoronato papa.

L'indomani mattina, Kennedy arriva a Fiumicino: ad attenderlo tra gli altri c'e' Carlo Riccardi, il fotografo che ispiro' la "Dolce Vita", con Ennio Flaiano che conio' il termine "Paparazzo" mutuandolo da "Pappatacio", moscone, come Amintore Fanfani chiamava Riccardi. E l'ossessione dello staff Kennedy per quelli che diventeranno i "Paparazzi" emerge in una nota della Casa Bianca sulla stampa dell'agosto 1962, quando la First Lady Jacqueline scelse Bellario per le vacanze di agosto. "Cercheranno di fotografare tutto. Per fortuna la spiaggia e' privata, quindi non ci saranno pranzi con 8 bottiglie di vino in bella vista, e tipi del jet set 'lolling around' in bikini", si legge in un file poi archiviato nella sezione "Visita del presidente in Italia - luglio 1963" nel quale si raccomanda di evitare scatti da parte di Paris Match e "fotografie nei night club". Nella capitale, per Kennedy e' un bagno di folla. In Campidoglio dice: "Come presidente degli Stati Uniti rappresento due o tre volte il numero di italiani che rappresenta il sindaco di Roma. Sono convinto che l'Oceano Atlantico debba essere il mare nostrum". Dopo gli incontri con il governo, il cerimoniale prevede una cena con ricevimento al Quirinale.

"Ristretto di pollo in tazza, filetti di sogliole alla veneziana, sella di vitello allo cherry, asparagi alla riviera, spumone conte rosso", innaffiati da "riesling, bardolino Bolla, Ruinart Reserve Brut 1949", recita il menu' conservato nell'Archivio storico del Quirinale. Nel corso del ricevimento ci sarebbe poi stato il 'fattaccio': la leggenda narra di un Kennedy che si apparta con Nenni prima e Togliatti poi, creando grande irritazione negli ospiti. Un rullino di foto che immortalavano gli incontri, recita ancora la leggenda, sarebbe stato "sequestrato". C'e' spazio anche per le cortesie tra First lady: in una missiva dell'agosto 1963, Donna Laura Segni ringrazia Jackie per averle inviato due foto nelle quali John John e Katherine giocano con la barca a vela che il presidente Segni aveva regalato ai piccoli Kennedy. "L'Italia, ha scritto Shelley, e' il paradiso degli esiliati - dice Kennedy a Napoli poco prima di lasciare l'Italia -. In questo mio breve esilio dal clima di Washington ... ho immensamente apprezzato questo paradiso come ultima tappa del mio viaggio in Europa. Lascio questo Paese con rammarico e l'unica scusa per la brevita' del mio soggiorno e' la certezza del mio ritorno, la prossima volta con mia moglie". Ma Jfk non tornera' piu': un fucile Carcano, assemblato a Terni lo aspetta a Dealey Plaza, a Dallas in Texas il 22 novembre 1963. La versione ufficiale, all'epoca, fu che un solo uomo, Lee Harvey Oswald 24 anni, aveva sparato. Un'inchiesta statunitense del 1978 e i test balistici condotti a Terni dall'Esercito italiano nel 2007 e raccontati dall'ANSA hanno stabilito che ''Oswald non pote' agire da solo''.

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