(ANSA) - ROMA, 20 NOV - "Altiero Spinelli è stata una delle figure cardini del Novecento, uno dei padri fondatori dell'Unione Europea. Non c'è nulla di male nell'essere ogni tanto sanamente orgogliosi nell'essere italiani. Film come questi sono necessari soprattutto per le nuove generazioni, non fosse altro per attivare una riflessione su chi erano quei ragazzi di Ventotene di ieri e su chi abbiamo oggi''.
Vinicio Marchioni è Altiero Spinelli nel film tv 'Un mondo nuovo', ''un uomo appassionato e viscerale che sacrifica tutta la sua vita in nome delle idee'' per la regia di Alberto Negrin andato in onda su Rai1 domenica 23 novembre. E' un momento di grazia per l'attore che vedremo presto in altre due film tv per la Rai.
- In 'Francesco' diretto da Liliana Cavani avrà il ruolo di Elia, "una figura poco esplorata: è stato - racconta - probabilmente il primo diplomatico della storia dell'umanità . Amava moltissimo il santo di Assisi, il suo unico vero amico, ma per far sì che la grande missione di Francesco arrivasse fino a noi in qualche modo ha tradito i suoi ideali".
Inoltre troveremo Marchioni al fianco di Vittoria Puccini in 'Oriana' "nei panni di Alexandros Panagulis", grande amore della Fallaci eroe rivoluzionario greco dell'epoca dei colonnelli, morto non si sa bene come, e di cui la Fallaci narrò la storia nel suo libro 'Un uomo'.
L'attore tornerà presto a teatro con 'La gatta sul tetto che scotta', tratto dall'omonimo dramma teatrale di Tennessee Williams, nel ruolo che al cinema fu di Paul Newman ("abbiamo gli stessi occhi azzurri", ironizza) con al fianco la Puccini in quello che fu di Elizabeth Taylor. Nel cast di 'Un mondo nuovo' anche Isabella Ragonese (Ursula Hirshmann), Orlando Cinque (Eugenio Colorni), Peppino Mazzotta (Ernesto Rossi), Simone Gandolfo (Marcello Guida), Valentina Carnelutti (Alda Guida), Sergio Albelli (Trevisan), Ignazio Oliva (Sandro Pertini), Stefano Scherini (Ivan), Francesco Colella (Pietro Secchi). Perseguitati e confinati, scrivono in segreto un libricino dell'Europa unita: Il Manifesto di Ventotene, un documento che passerà alla storia.
- "Conoscevo solo il Manifesto - confessa Marchioni - Ero stato sull'isola, ma non avevo mai approfondito. In questa occasione sono andato a rileggere tutto quello che ha scritto Spinelli, a partire dalla sua autobiografia. Uno dei libri più interessanti letti negli ultimi anni. Ho studiato per approcciarmi a lui, un vero gigante. Questo è uno dei ruoli che ti cambia la vita. Non ho ovviamente potuto basare la mia interpretazione sulla somiglianza fisica, lui era un omone, io sono piccolino. Ho cercato di catturarne l'anima puntando tutto sullo sguardo". Il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta fa notare: "Nella clausura del carcere e poi nel confino di Ventotene, durante l’occupazione nazista e nel momento più buio della guerra, Spinelli matura la consapevolezza che solo un’Europa unita potrà scongiurare altre guerre, essere un baluardo ai totalitarismi, mettere fine ai nazionalismi e aprire ad un’età nuova di integrazione e di pace. Nasce così, in quell’isola in cui Spinelli sconta il confino, il Manifesto di Ventotene. Per un’Europa libera e unita. La forza di un sogno e di un’idea che non cede alle avversità e fa tutt’uno con la capacità di risorgere da un fallimento. Un filo che arriva a noi e va oltre''.
Il produttore della Palomar Carlo Degli Esposti rileva: "In un momento difficile per il Paese e per l'Europa si cerca di spingere una forza centripeta che rinsaldi le fila". Quanto all'assenza di Barbara Spinelli alla proiezione a Bruxelles, dove "era presente una delle figlia di Eugenio Colorni (ucciso nel '44, sarà cresciuta da Altiero Spinelli che dalla madre Ursula ebbe altre due figlie Diana e Barbara appunto)", "era solo un problema di date", viene precisato oggi durante la presentazione a Roma. In particolare il regista aggiunge: "Renata Colorni l'ho conosciuta, insieme ai tre sceneggiatori siamo andati a casa sua. Era commossa. Barbara Spinelli invece non ha voluto essere coinvolta nel lavoro, ci ha lasciato liberi". Per Ignazio Oliva, che interpreta Sandro Pertini: "il timore è stato misurarsi con uomini del genere. Ho cercato di non fare la macchietta di quello che Pertini rappresenta nell'immaginario collettivo. Ho provato a far emergere il suo grande valore umano".