Huawei affila le armi e si prepara a chiedere alla giustizia americana di dichiarare incostituzionale il divieto imposto alle sue apparecchiature. Lo riporta il Wall Street Journal. Il riferimento e' alla normativa approvata che prevede il divieto di apparecchiature Huawei per le agenzie federali e per i contractor federali. Una mossa che Huawei ritiene sia per cacciarla dal mercato statunitense.
La Cina lancia agli Stati Uniti l'esplicito avvertimento che ci sarà una reazione alla stretta varata contro Huawei. "Consigliamo agli Usa di non sottovalutare la capacità della parte cinese di tutelare i suoi diritti e i suoi interessi allo sviluppo. Non dite poi che non vi abbiamo avvisati", dice un commento del Quotidiano del Popolo, voce del Partito comunista cinese, in cui è ventilata l'ipotesi "terre rare", i minerali poco diffusi ed essenziali per i beni hi-tech e di cui la Cina è leader mondiale, come strumento di ritorsione.
L'inserimento di Huawei nella lista nera del commercio, che impedisce alla società cinese di comprare prodotti e servizi 'made in Usa', "minaccia di danneggiare i tre miliardi di consumatori che usano prodotti e servizi Huawei in 170 Paesi del mondo", ma non solo: "impedendo alle aziende americane Usa di fare affari con Huawei, il governo degli Stati Uniti danneggerà direttamente più di 1.200 aziende statunitensi, e questo colpirà decine di migliaia di posti di lavoro americani". Lo afferma Song Liuping, responsabile degli affari legali di Huawei, in occasione della mozione per giudizio sommario avanzata dalla compagnia presso un tribunale texano. "I politici negli Stati Uniti stanno usando la forza di un'intera nazione contro un'azienda privata, utilizzando qualsiasi strumento a disposizione inclusi i canali diplomatici, legislativi e amministrativi", in un'azione "senza precedenti", è l'accusa di Song. "Riteniamo che ciò costituisca un precedente pericoloso".