Il 20% del traffico web nel mondo è rappresentato da bad bots, programmi che simulano il comportamento umano ma che hanno intenti malevoli come accaparrarsi un gran numero di biglietti dei concerti o lanciare un attacco coordinato per bloccare un sito. Lo afferma un rapporto della società di sicurezza Distil Network, secondo cui un altro 17% è rappresentato da bot 'buoni'.
"Tre quarti dei bot 'cattivi' sono classificati come Advanced Persistent Bots, spiegano gli esperti, programmi molto sofisticati che possono portare attacchi ripetuti cambiando identità. Quasi metà dei bot usa come veicolo il browser Chrome, mentre Amazon è il provider attraverso cui ne passano di più, circa il 20% del totale". "Nonostante il 53,4% del traffico dei bot abbia origine dagli Usa - aggiungono - Russia e Ucraina insieme assommano il 48% delle richieste di blocco".
Il report, che ha analizzato centinaia di miliardi di richieste da parte di bot, ha anche stilato una classifica delle attività più bersagliate. Al primo posto ci sono i servizi finanziari, con tentativi di avere accesso ad account privati, seguiti proprio dai siti di ticketing e dalle università. Negli Usa sono molto presi di mira anche i siti di registrazione dei votanti, in cui questi programmi cercano profili da bombardare poi con informazioni per influenzare il voto.