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Facebook apre all'uso di pseudonimi

Dopo proteste comunità Lgbt, trans e dei nativi americani

Facebook apre alla possibilità di usare pseudonimi e soprannomi. Il social network, come annunciato dal manager Alex Shultz in una lettera ad organizzazioni per i diritti civili, introdurrà novità alla sua policy che chiede agli iscritti di utilizzare "nomi autentici" sulla piattaforma. La mossa arriva dopo reiterate proteste da parte delle comunità Lgbt e dei nativi americani che spesso usano nomi di fantasia o non comuni per registrarsi.

Le modifiche in arrivo - a dicembre i primi test - sono due. Prima di tutto il social network darà agli utenti la possibilità di inserire tra le informazioni personali anche una nota che spieghi per quale ragione si usa un determinato nome. "Aiuterà il nostro team a capire meglio la situazione", spiega Alex Schultz. In secondo luogo Facebook renderà più difficili le segnalazioni di utenti con la motivazione che utilizzano nomi falsi. In questo modo il social spera di scoraggiare chi abusa dello strumento delle "segnalazioni" e di tutelare chi decide di non usare un nome reale.

L'apertura arriva dopo quasi un anno di polemiche e in particolare dopo una lettera alla compagnia da parte della comunità Lgbt e trans americana. Schultz comunque difende la volontà di Facebook di continuare a chiedere alle persone di usare i nomi con cui "sono conosciuti da amici e parenti": rende Facebook "più sicuro", spiega, perché così "è anche più difficile per gli utenti nascondersi dietro l'anonimato per fare molestie, atti di bullismo o frodi ai danni di altri".

Qualche mese fa Facebook, dopo la storica sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha legalizzato i matrimoni gay in tutto il paese, ha reso disponibile una piccola applicazione che permette di colorare la foto del proprio profilo con i colori dell’arcobaleno, cioè quelli della storica bandiera simbolo della comunità Lgbt. 

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