Un patto segreto per azzerare ogni passaggio dei propri dipendenti da un'azienda a un'altra, bloccando così di fatto i loro stipendi. E' l'accusa avanzata da circa 64mila lavoratori ai giganti della Silicon Valley, da Google a Apple, da Intel a Adobe, che si trovano ora nel mirino dei giudici della Contea di San Jose', California. In particolare, sulla loro testa pesa una class-action, che se avrà successo costringerà loro a pagare un risarcimento record, di 3 miliardi di dollari. Tanto che molti osservatori sono convinti che faranno di tutto per arrivare un patteggiamento ed evitare cosi' il processo pubblico. Secondo molti documenti istruttori, i 'big' dell'Hi Tech avrebbero stabilito una sorta di 'tregua' per aggiudicarsi i talenti dei loro esperti e non lasciarli andare via.
Insomma, un patto di non aggressione, raggiunto durante diverse riunioni riservate tra i grandi capi di questi colossi, come risulta da alcune mail diffuse da un sito Pando.com. Si tratta di materiale decisamente imbarazzante, come sottolinea Bloomberg, che getta sospetti anche sul fondatore della Apple, Steve Jobs, accusato di aver dato in qualche modo il via a questo tipo di collusione. Secondo queste carte, proprio Jobs, nel 2005, avrebbe chiamato il co-fondatore di Google, Sergey Brin, minacciandolo di scatenare una ''guerra'', se avesse assunto un certo numero di dipendenti Apple. A quel punto, Google chiese aiuto a Bill Campbell, uno dei direttori della Apple, per stringere il patto. Sempre secondo queste carte, pare che Facebook, si sia rifiutato ogni offerta di far parte del 'cartello' che sarebbe andato avanti tra il 2005 e il 2009. Il processo e' programmato il 24 maggio.