"Tutti coloro che hanno un'idea d'Italia diversa rispetto a quella di Renzi sono invitati, anche D'Alema e Grillo: la nostra piazza è aperta": lo ha detto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, parlando della manifestazione di sabato prossimo a Firenze per sostenere il No al referendum nel corso di un'intervista a Lady Radio.
Poi ha avvertito: "Chi sabato è in piazza con noi - ci sarà Giovanni Toti, Giorgia Meloni, centinaia di sindaci - comincia un percorso con noi, chi non c'è e sta a casa, perché la Lega e Salvini..., se bussa alla porta trova chiuso. Troppo comodo tenere il piede in sei scarpe diverse, vedendo come va il referendum, poi magari facciamo un pezzo di governo con Renzi".
Immediata e netta la replica negativa del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio per il M5s: "No alle accozzaglie fra sigle e capi di partito", si' a "un fronte popolare" fra la gente alle urne per votare no al referendum costituzionale. Per Di Maio "i fronti popolari li fa il popolo italiano. Noi siamo l'unica forza politica che sempre ha detto no a questa riforma e la campagna referendaria la facciamo come M5S".
"Se a Renzi non è venuto subito di chiedere scusa è inutile chiederle, le scuse. Mi hanno colpito di più i sorrisini visti lì. Capisco che le tifoserie e la Leopolda è sempre stata fatta così. Io sono lì a dire 'dentro, dentro', ma se c'e' un segretario che dice 'fuori, fuori' dobbiamo porci un certo problema. Non credo che sia stato Renzi il mandante ma il clima è quello lì". Lo dice Pier Luigi Bersani a Politics. Renzi si è comportato da capo ultras? "Sì", risponde.