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28 GENNAIO - Verso il Quirinale/ A vigilia voto è stallo, veti incrociati su Colle

Stop ad Amato ,partita aperta su Mattarella. In campo anche Grasso

28 GENNAIO

Al no secco di Matteo Renzi su Giuliano Amato (il candidato che voleva Silvio Berlusconi) non può che seguire il no del Cavaliere a Sergio MattareLla (il nome avanzato dal premier). Nè Renzi può accettare che il king maker sia Berlusconi e che alla fine al Colle vada un Presidente 'targato' Patto del Nazareno, nè Berlusconi può presentarsi al suo partito come uno che ha sostenuto le riforme di Renzi ma poi è stato ininfluente nelle scelte sul Colle. Ancora nebbia, dunque, a poche ore dall'inizio delle votazioni. Ufficialmente Renzi, che dopo oggi rivedrà Berlusconi, resta su Mattarella. E anzi incontrando Pierluigi Bersani ha chiesto all'ex segretario Pd di 'lavorare' su questa ipotesi, ed ha cercato anche di verificare l'esistenza di una maggioranza diversa (con i grillini) per sostenere il giudice della Consulta.

"Ma Renzi è un grande fruitore di veti altrui", sostiene un parlamentare Pd, ipotizzando che alla fine il premier potrebbe rinunciare a Mattarella sostenendo di non aver potuto fare nulla contro i veti di Berlusconi e di aver cercato anche un'altra maggioranza con M5s senza trovarla. Verso il Colle ancora senza una soluzione, alla vigilia del primo scrutino. Un'ipotesi è quella che Renzi punti, come alternativa, sul nome di un politico forte del Pd (Walter Veltroni, Piero Fassino), anche se Berlusconi ha già detto no ad un "ex segretario del Pd". Ma il Cavaliere ha posto anche un veto su un tecnico (Pier Carlo Padoan). A questi niet va aggiunto quello "a chi è stato ostile verso di noi" (Sergio Mattarella, uscito dal governo Andreotti per bloccare la Legge Mammiì che favoriva il Cav).

Troppi divieti, però. Su qualcuno il leader di Forza Italia dovrà fare un passo indietro. Nel Palazzo cresce anche il nome 'istituzionale' di Piero Grasso (Presidente del Senato, Pd, giudice antimafia), che lascerebbe libero lo scranno più alto di Palazzo Madama (forse al leader Udc Pier Ferdinando Casini, avvistato oggi mentre entrava a Palazzo Chigi). Domani mattina Renzi rivedrà Berlusconi, prima della riunione con i Grandi elettori del Pd. E il premier tornerà a prospettare al Cav il pericolo che si arrivi al caos se, nell'indecisione, dovesse crescere il candidato "Anti-Nazareno" Romano Prodi, nome che i M5s hanno ri-tirato fuori per farlo salire nelle prime tre votazioni insieme a minoranza Pd, ex grillini e Sel.

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