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Da scoop a tweet, l'impatto dei social network sul giornalismo

A Milano #SMMdayIT, esperti a confronto tra informazione e web

Francesco Fabbri

I social network percepiti come fonte di informazione, i big del web che scorrazzano in una prateria con poche regole, le notizie vere e quelle false in un mix indistinguibile, dati sensibili alla mercé di tutti. Sono questi i temi al centro dell'SMMdayIT, a Milano dal 17 al 19 maggio.

"Usa, Russa, Cina - sostiene il 'padrone di casa' Andrea Albanese, digital advisor - fanno la parte del leone nel mondo social e digital. L'Europa, invece, è debole. Per riguadagnare terreno, è necessario sviluppare tool e strumenti made in UE. La 'sovranità' - prosegue - passa anche per la 'potenza digitale' di un Paese'. Ogni social, emerge dall'incontro, ha una diversa SEO, cioè un criterio proprio in base al quale indicizza e classifica le informazioni. Non più solo Google (inteso come motore di ricerca), ma anche Facebook, Linkedin, Amazon. Per ottimizzare i contenuti e renderli visibili, dunque, bisogna valutare la piattaforma sulla quale si pubblica.

E qui si apre un ulteriore scenario, come sottolinea il direttore di Fanpage.it, Francesco Piccinini, che ricorda come la diversità del social di riferimento permette la penetrazione in una fascia di lettori differenti. "Con YouTube - spiega - si intercettano i giovanissimi, con Facebook fasce di età più avanzate, con Twitter i professionisti dell'informazione. L'unico algoritmo che conosco - chiosa - è la prossimità: la prossimità fisica, geografica, e quella di interesse. Per esempio: se una persona è appassionata di calcio, ovunque si trovi nel mondo, cercherà notizie sulla squadra del cuore. Così come chiunque ha la tendenza a leggere notizie che riguardano la zona in cui vive, la propria città, il proprio quartiere...".

Sulla necessità di verifica delle notizie e sull'incomprimibilità di procedure e costi dell'informazione di qualità impernia il proprio intervento il direttore dell'ANSA, Luigi Contu. "La rete - spiega - ha modificato il modello di business: i giornali nascono come un sistema costoso, sistema che non regge più perché i vari passaggi necessari (dal reperimento della notizia alla verifica alla divulgazione) richiedono investimenti. D'altra parte, sempre meno persone si chiedono l'origine delle notizie. Si fidano a prescindere. E su questo terreno fertile, talvolta, mettono radici le fake news.

E' importante ricordare - continua Contu - che il tipo di informazione, le modalità di divulgazione, e le priorità che si danno impattano direttamente sulla vita delle persone. Così come dobbiamo sottolineare che i big della rete, dei social, al momento non hanno una normativa di riferimento. Normativa che - conclude - per la sicurezza di tutti, è necessario stabilire".

Sul palco, fra gli altri, anche Medici senza frontiere che ripercorre la propria vicenda anche social: "Nel giro di un anno - spiegano - siano passati dall'essere percepiti come 'angeli del mare' a 'taxi del Mediterraneo'. E il ruolo della rete è stato determinante".

A conclusione della giornata, prendono la parola i fondatori del 'Milanese imbruttito', community ormai fortissima: partiti da un singolo post con foto su Fb, ovviamente studiato nei dettagli, hanno toccato i centomila like in pochi giorni. E quello che scrivono, seppur dichiaratamente umoristico, talvolta viene scambiato per realtà. Anche questo è social.

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