Ha tenuto la barra dritta avendo ben chiaro il percorso anche quando gli scenari erano a tinte fosche. Dal 15 settembre 2008 - data di inizio della crisi economica mondiale con la bancarotta di Lehman Brothers - a oggi, Saras ha registrato una crescita del 45%, ottenendo 7,7 miliardi di euro di ricavi solo nel 2017. Nel frattempo il Pil italiano oscillava intorno al -0,3%, quello del Sud a -4,4% e quello sardo a -5%. Un gruppo in controtendenza, dunque, come racconta lo studio realizzato per conto della compagnia petrolifera da The European House-Ambrosetti e illustrato oggi a Cagliari dall'ad Valerio De Molli. Una storia di "resilienza" che secondo il presidente Massimo Moratti ha origine nella ricetta sempre applicata dal gruppo fin dalla sua fondazione nel 1962. E cioè, "fare squadra, non smettere mai di crescere, lavorare tanto". "Il petrolio ha conosciuto tanti periodi diversi - ha detto aprendo il convegno 'Il valore di Saras per la crescita del territorio' - noi abbiamo sempre resistito mettendoci però tanto entusiasmo perché bisogna crederci, fare sempre qualcosa in più e voler bene a ciò che si fa: solo così è possibile guardare al futuro con fiducia". Allo stato attuale, intanto, Saras è tra i primi 15 gruppi italiani e al terzo posto nel settore Oil&Gas(primo se si considera il solo core business della raffinazione con il 19% cento del totale nazionale). Tutto ciò mentre nel decennio il settore è stato interessato da un forte ridimensionamento a livello europeo con più di 30 raffinerie costrette a chiudere. Qual è il segreto di tanto successo? "La capacità - ha sottolineato De Molli - di sapersi adattare ai mutevoli scenari geopolitici, regolatori e tecnologici, con capacità di visione e flessibilità senza perdere di vista gli investimenti sulla sicurezza e la tutela ambientale". Ma anche la continua ricerca, fino all'ambizioso programma #digitalSaras che sfrutta le potenzialità della quarta rivoluzione industriale. E poi il rispetto del territorio. Del sud della Sardegna dove Saras ha gli impianti e dove, ha precisato Moratti, "noi ci siamo trovati ad avere a che fare con persone perbene, pronte a vivere con noi questa grande avventura. Anche questo ha fatto la differenza". Per il direttore generale Dario Scaffardi, la strategia vincente è stata quella di investire sulle persone e sui giovani, creando una catena di valore in cui i diversi attori interagiscono sempre". Inoltre, ha ripreso De Molli, ci sono stati "gli investimenti in diverse filiere economiche della Sardegna, compresa l'economia del mare: il contributo di Saras all'economia dell'Isola supera i 470 milioni e nella sola provincia di Cagliari il valore aggiunto è pari a quasi 700 milioni". Dati in antitesi con i livelli di investimenti pubblici e privati del Paese, i primi calati del 30% (124 miliardi in dieci anni), i secondi di 488 miliardi dal 2008. Sullo sfondo, la grande attenzione alle tematiche dell'ambiente e della sicurezza sul lavoro: Saras è stata la prima raffineria in Italia ad aver ottenuto l'Autorizzazazione Integrata Ambientale, mentre l'indice di frequenza degli infortuni è di gran lunga inferiore alla media italiana nel settore Manifatturiero (23,93%) e della raffinazione del petrolio (7,07%).
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Saras