"Tutto il mondo delle Casse professionali aveva indicato una direzione", evidenziando la necessità di "rispettare le specificità dei singoli Enti", senza 'paletti', e sembra che ciò abbia "trovato accoglimento" presso il ministero dell'Economia, dunque "aspettiamo l'emanazione del Regolamento sugli investimenti" del comparto della previdenza dei professionisti "per fare una valutazione dettagliata", ma fin d'ora, il fatto che si tratterà di una "cornice" in cui collocare il piano delle operazioni finanziarie "ci soddisfa".
A dirlo il presidente della Cassa dottori commercialisti (Cdc) Stefano Distilli, dopo l'approvazione del Bilancio 2022 dell'Ente privato oggi, da parte dell'Assemblea dei delegati, in merito al decreto (previsto dalla Legge di Bilancio per il 2023) che dovrà uscire entro il prossimo mese di giugno. Quanto, poi, alla platea degli associati alla Cassa, i numeri svelano come i dottori commercialisti siano sempre più consapevoli dell'importanza di curare la costruzione della futura pensione (e ciò, precisa Distilli, "avviene soprattutto nelle fasce più giovani", segnale che l'attività di sensibilizzazione svolta sul territorio dalla Cassa, sta dando i suoi frutti in termini di incremento della cultura previdenziale degli associati): il direttore generale Fabio Angeletti spiega, infatti, come "negli ultimi cinque anni almeno 25.000 iscritti hanno versato più di quanto non avevano fatto in precedenza", andando così al di là della percentuale minima del contributo soggettivo, che è pari al 12%.
Anche perché, s'è inserito il vicepresidente Michele Pirotta, "è sorta la consapevolezza che, purtroppo, versare il minimo non permette di avere una pensione congrua ed adeguata, rispetto a quello che consentiva il sistema generoso del passato", ossia il metodo retributivo per il calcolo del trattamento (mentre la Cdc ha introdotto il meccanismo contributivo dal 2004, ndr).
In collaborazione con:
Cassa Dottori Commercialisti