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Qui Londra, Gb ora accelera sui rifugiati

Visti salgono a 30.000 dopo le critiche al governo Johnson

Il Regno Unito inizia finalmente ad aprire qualche spiraglio, se non a spalancare le porte, agli ucraini in fuga dall'invasione russa. Dopo una partenza a rilento - fra rigidità burocratiche e paletti sulla "sicurezza" dei confini non revocati neppure di fronte a una guerra - sono infatti saliti a quasi 30.000 i visti rilasciati ad hoc per chi arriva dall'ex Urss.
    Lo certificano gli ultimi dati aggiornati del ministero dell'Interno (Home Office), secondo cui i permessi d'ingresso concessi ai richiedenti asilo iscrittisi allo schema denominato Homes for Ukraine, iniziativa messa in moto dalla settimana scorsa che consente a famiglie, associazioni e comunità locali di offrire ospitalità ai profughi, si avvicinano ora a quota 5.000; mentre sono saliti a 24.400 quelli accordati nell'ambito di un primo schema messo a disposizione in precedenza dal governo di Boris Johnson e riservato ai soli ucraini che avessero già familiari residenti oltre Manica. In totale, le domande presentate nell'ambito di entrambi questi programmi di aiuto hanno superato intanto le 65.000, ha precisato il ministero sul suo sito web, evocando un'accelerazione dei tempi di esame delle procedure. E confermando l'impegno di BoJo di giungere - a regime - a dare un tetto sull'isola fino a 200.000 concittadini del presidente Volodymyr Zelensky.
    Nelle scorse settimane il governo Johnson era stato oggetto di critiche per l'avvio col contagocce dell'operazione di accoglienza degli sfollati, a paragone di altri Paesi europei; e per aver mantenuto in vigore l'obbligo dei visti: tanto più a fronte dei "meriti" rivendicati parallelamente da Downing Street - e riconosciuta da Kiev - nel sostegno all'Ucraina sul terreno dell'invio di armamenti o delle pressioni esercitate in campo occidentale per un'escalation delle sanzioni anti Mosca. Visti sulla cui concessione il premier Tory ha in ogni caso promesso nel frattempo un iter semplificato per gli ucraini: assicurando giusto nei giorni scorsi d'aver raccomandato se non altro "una mano leggera" rispetto alla stretta delle norme standard sull'immigrazione post Brexit sbandierate per mesi dalla sua stessa compagine. 

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