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Legge elettorale, prove di intesa tra Pd e Forza Italia

Il sistema tedesco in cambio del voto in autunno: sono due i pilastri del patto che Silvio Berlusconi offre a Matteo Renzi. Un patto destinato a rivoluzionare il dibattito sulla legge elettorale e che vede il Pd disponibile al dialogo. "Se è un'apertura vera siamo pronti un confronto serio con tutti per dare agli italiani una legge di stampo europeo", assicura il vice segretario del Pd Maurizio Martina. Un'apertura che, se dovesse essere messa "nero su bianco" porterebbe all'accantonamento del Rosatellum e darebbe, allo stesso tempo, una scossa imprevedibile alla tenuta del governo. "Io spero e credo che si potrà tornare a ragionare in modo costruttivo col Pd," spiega in un'intervista al "Il Messaggero" Berlusconi, ben consapevole delle difficoltà che il Rosatellum - che torna a bocciare in maniera netta - potrebbe incontrare al Senato. Rosatellum dal quale il Pd al momento non si discosta. Ma ai Dem non sfugge un dato: l'apertura al sistema tedesco che arriva sia da Mdp che da Sinistra Italiana. Un'apertura che renderebbe l'iter della legge ben più semplice e rapido di quello che si preannuncia con il Rosatellum. E Renzi, infatti, sembra intenzionato a "contare" quanti siano i gruppi che chiedono il sistema tedesco prima di abbandonare la proposta maggioritaria. Nei prossimi giorni, i contatti con FI potrebbero quindi infittirsi. Anche perché c'è l'altro pilastro del "patto" da tener presente, quell'ipotesi di voto anticipato mai davvero scartata. Tanto che, in queste ore, torna in auge l'ipotesi di andare alle urne il 24 settembre, in contemporanea proprio con la Germania.

I renziani, a tal proposito, si dicono convinti che a Berlusconi andare alle urne ad ottobre converrebbe in quanto accadrebbe prima di una sentenza di Strasburgo che Berlusconi - è la loro tesi - sa di poter perdere. Per questo, si ragiona tra i Dem, il voto in autunno consentirebbe all'ex Cavaliere di essere non solo leader di FI, ma anche a capo del centrodestra. Le parole di Berlusconi sono seguite dal silenzio dei 'big' azzurri, mentre l'offerta del Cav accende ulteriormente il dibattito sulla legge elettorale. E il sistema tedesco (non corretto e quindi di impianto decisamente proporzionale) trova un consistente parterre di estimatori. "Siamo disponibili e favorevoli ad un'intesa", spiega Alfredo D'Attorre di Mdp. E un'apertura al dialogo arriva anche da Sinistra Italiana che con Nicola Fratoianni osserva: "Spiace dirlo, ma perfino Berlusconi dimostra maggior buon senso rispetto a Renzi". Diversi i toni che giungono dal mondo del centrodestra. Matteo Salvini, "alleato" di Renzi sul Rosatellum e favorevole al voto anticipato coglie l'occasione per una nuova stoccata a Berlusconi: "Se qualcuno vuole fare una coalizione e vuole veramente vincere ci vuole un sistema elettorale maggioritario".

Mentre da Ap arriva una reazione che rasenta il "gelo" sia per le modalità, che non vedrebbero l'alleato di governo come primo interlocutore della costruzione del "patto" Pd-FI, sia per la soglia del 5% prevista dal sistema tedesco e considerata dagli alfaniani troppo alta. Del resto, sullo sfondo, si apre uno schema partitico ben diverso da quello del Rosatellum: con il centrodestra non più "costretto" a unirsi e i partiti a sinistra del Pd che vedrebbero ormai evitato il "rischio" di un'alleanza elettorale con Renzi. E il M5S? Pur non essendo allergico all'impianto proporzionale boccia in maniera nettissima l'ipotesi di un nuovo Nazareno tra Renzi e Berlusconi. "E' un inciucio per farci fuori. Il modello tedesco comporta che FI e Pd litigano e poi, finite le elezioni, si mettono a governare insieme", attacca Luigi Di Maio.

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