Nuovo guaio per il premier giapponese Fumio Kishida, il primo dopo la "celebrata organizzazione" del G7 di Hiroshima, la scorsa settimana, e l'auspicata ripresa dei consensi. Il figlio primogenito Shotaro - nominato dal padre lo scorso ottobre alla del suo ufficio stampa - è stato costretto ad annunciare le proprie dimissioni in seguito a uno scandalo che alla fine si è dimostrato troppo insidioso da gestire per l'attuale esecutivo.
Nei giorni scorsi, infatti, il settimanale Shukan Bunshun aveva pubblicato un articolo in cui venivano descritte delle foto che Shotaro aveva scattato all'interno della residenza ufficiale del premier insieme ad altre 10 persone, tra cui parenti, durante lo svolgimento di una festa di fine anno.
Alcune delle fotografie nei luoghi tradizionali del palazzo, dove generalmente vengono condotte funzioni con ospiti di Stato, sono giudicate irrispettose, così come le pose adottate negli scatti e gli abiti indossati dagli interessati, spiega il settimanale. Per tale condotta, interpellato dalla stampa pochi giorni fa, il portavoce del governo aveva riferito che il figlio del premier avrebbe ricevuto una sanzione disciplinare, rispondendo ancora una volta alle accuse di nepotismo formulate dai media nipponici, che il ruolo occupato dal 32enne era basato sul merito personale e sul "suo acume politico".
Già in precedenti occasioni Shotaro Kishida era stato accusato di mischiare i propri interessi privati con lo svolgimento delle funzioni pubbliche. Mesi fa, un altro settimanale aveva descritto come nei viaggi a Londra, Parigi e Ottawa, ufficialmente per promuovere la presidenza del G7 del Giappone, Kishida junior avesse usato la macchina di rappresentanza per visitare le principali attrazioni turistiche e per fare shopping. Insinuazioni respinte dal governo, secondo il quale Kotaro avrebbe scattato foto per aggiornare i siti social del genitore e acquistato regali, sempre per conto del padre.