(ANSA) - NAPOLI, 27 MAG - "Desideriamo manifestare la nostra
estrema preoccupazione in ordine al previsto incremento del 20%
delle tariffe Tari che sarà all'Odg della prossima riunione del
Consiglio Comunale. E' appena il caso di sottolineare che le
tariffe Tari a Napoli sono già tra le più alte d'Italia a fronte
di un servizio tuttora interessato da molteplici criticità ed
inefficienze. Né ci pare che sia stato affrontato in maniera
sistematica il tema dell'evasione contributiva: ad esempio,
apprendiamo con stupore che sarebbero iscritte a ruolo solo
2.700 attività di bar e ristorazione, mentre dovrebbero essere
oltre 4.000, i cui dati dovrebbero essere già in possesso del
Comune che riceve le relative richieste di apertura e rilascia i
titoli per svolgere le attività. Di conseguenza, un onere enorme
viene a gravare su poco più della metà dei contribuenti
potenziali, che devono subire un peso insopportabile: si
consideri che per alcune attività, come i pubblici esercizi
(ristoranti bar, pasticcerie, gelaterie, stabilimenti balneari,
etc.), i dettaglianti alimentari (ortofrutta, pescherie,
macellerie, salumerie, etc.), le attività alberghiere, i
fioristi, il peso della Tari può arrivare a decine di migliaia
di euro all'anno, con importi quasi equivalenti al costo medio
della locazione di un immobile commerciale. E' del tutto
evidente che si tratta di oneri alla lunga insostenibili, specie
per quei settori che stanno recuperando solo ora le pesanti
perdite dovute al Covid".Questo il testo della lettera inviata
da Massimo Di Porzio, presidente Confcommercio Napoli e
Provincia al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
"Comprendiamo la necessità di adeguare le entrate TARI ai
costi del servizio cresciuti a causa dell'inflazione, ma
occorreva agire in primo luogo sull'evasione, dove ci sono
amplissimi margini di recupero, data l'ampiezza del fenomeno.
Alla luce di quanto esposto, ci pare necessario che gli
incrementi previsti vadano attuati in modo graduale ed in più
annualità, al fine di non incidere pesantemente sul tessuto
imprenditoriale ed occupazionale cittadino il quale, nonostante
il parziale recupero post-Covid, resta particolarmente fraglie.
In ultimo, ma non da ultimo, facciamo rilevare con estremo
rammarico come un provvedimento con ricadute di grande rilevanza
sull'attività delle imprese sia stato approvato dalla Giunta
Comunale senza alcun confronto reale sul merito con le
Organizzazioni imprenditoriali, in palese contraddizione con le
varie norme sulla consultazione dei portatori d'interessi,
rafforzate dalla promulgazione dello "Statuto delle Imprese"
(Legge 11 novembre 2011 n. 180) il quale prevede espressamente
quale obbligo di legge "la consultazione delle organizzazioni
maggiormente rappresentative delle imprese prima
dell'approvazione di una proposta (…) regolamentare o
amministrativa destinata ad avere conseguenze sulle imprese".
Alla luce di tali argomentazioni ed in considerazione della
delicatissima situazione del comparto imprenditoriale
partenopeo, chiediamo di voler rinviare l'approvazione delle
delibere in oggetto al fine di un necessario approfondimento
sull'impatto sul tessuto economico della nuova imposta, per il
quale ci rendiamo sin d'ora disponibili ad un confronto
approfondito e costruttivo sul merito", conclude Di Porzio.
(ANSA).