(ANSA) - ROMA, 16 MAG - Le pmi della manifattura
"contribuiscono all'export complessivo del settore per una quota
pari al 48,3% del totale (14,9% le piccole imprese, 33,4% le
medie imprese)". Stando ai dati Eurostat per il 2020 (che non
coincidono esattamente con quelli Istat), infatti, "il 51,2%
delle esportazioni manifatturiere italiane sono realizzate da
imprese piccole e medie. Grazie alle vendite all'estero
realizzate dalle pmi, l'Italia è la seconda economia europea per
esportazioni manifatturiere dopo la Germania". E' quanto emerge
dall'Osservatorio Export 2023 di Cna.
L'aggregato di micro e piccole imprese "occupa più di un milione
di addetti e realizza un valore delle esportazioni
corrispondente al 20% circa dell'export manifatturiero italiano
e al 14,9% dell'export manifatturiero. Allargando lo sguardo
alla totalità delle pmi il contributo all'export manifatturiero
si avvicina alla metà del totale nazionale".
Attualmente in Italia sono circa 112 mila le imprese che
realizzano almeno una parte del loro fatturato all'estero.
Da tanti anni le esportazioni rappresentano l'aggregato di
contabilità nazionale "più dinamico, capace di trainare
l'economia italiana sopperendo alla cronica debolezza della
domanda interna". A fine 2022 le esportazioni italiane
"registravano il recupero più corposo superando i livelli
pre-pandemia di quasi otto punti percentuali (7,9%): un caso
unico tra le grandi economie europee".
La gran parte delle piccole imprese che vendono all'estero è
impegnata nelle famose "4 A" del Made in Italy (abbigliamento e
moda, alimentari e bevande, arredo casa e
automazione-meccanica). Ad esempio, le imprese con meno di 50
addetti realizzano il 40,6% del fatturato estero italiano nel
comparto del legno, il 31,8% nel tessile, il 22,0%
nell'abbigliamento e nell'alimentare. (ANSA).