(ANSA) - ROMA, 15 FEB - La decisione dell'Europarlamento per
Marchesini "è stata presa su impulso ideologico, senza calcolare
gli impatti ecologici, economici e sociali. Non sono stati
fissati solo gli obiettivi, ma anche il modo per arrivarci, cioè
l'elettrico. Questo provocherà danni in Italia. I sindacati
calcolano 70.000 posti di lavoro a rischio, che diventeranno il
doppio sull'intera filiera. Solo parzialmente compensati dai
nuovi addetti nell'elettrico, che impiega molte meno persone".
Il vicepresidente di Confindustria ha ammesso che sull'auto
elettrica "l'Italia è particolarmente indietro", perché "la sua
industria è specializzata sui motori endotermici, il paese è in
ritardo sull'infrastruttura di ricarica, e sono poche le auto
elettriche circolanti". Ma in questa vicenda, ha aggiunto
Marchesini, il nostro paese "paga le scelte fatte dai tedeschi
dopo il Dieselgate", quando l'automotive germanico, sull'onda
dello scandalo dei test truccati, decise in blocco di
abbandonare l'endotermico e passare all'elettrico.
Per Marchesini "l'industria italiana non fa una battaglia di
retroguardia, la transizione va fatta e può essere un buon
affare". Tuttavia chiede all'Europa "la neutralità tecnologica:
va bene l'obiettivo, ma anche con altri mezzi, come i
biocarburanti o l'idrogeno". Infine, "bisogna cominciare a
incentivare pesantemente la transizione", che "costerà molto".
(ANSA).