(di Stefano Secondino)
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - Confindustria non boccia il nuovo
Codice appalti varato dal governo: lo giudica chiaro e scritto
bene, un passo importante per sfoltire la jungla italiana delle
leggi. Tuttavia critica diverse misure, in particolare la soglia
alta per gli affidamenti delle opere senza gara, e chiede di
rinviare l'entrata in vigore del nuovo Codice di 12 mesi, fino
al marzo 2024. Lo scopo è evitare uno "shock regolatorio": il
caos per il cambio delle regole in corsa, mentre partono i
mega-appalti del Pnrr.
La direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti,
è stata sentita stamani in audizione dalla Commissione Ambiente
e Lavori pubblici della Camera, insieme a numerose associazioni
di categoria di imprese, professionisti ed enti pubblici.
"Il testo del Codice appare strutturato in modo chiaro e
leggibile", ha spiegato Mariotti: restituisce alla normativa
"l'organicità e la sistematicità perdute a seguito delle
continue modifiche introdotte", e contiene "molte norme
'autoesecutive', senza rinvii ad altri testi di legge".
Confindustria apprezza "la spinta alla digitalizzazione" e la
concentrazione delle stazioni appaltanti, perché abbiano
personale e tecnologie adeguate.
Detto questo, poi sono arrivate le critiche. A via
dell'Astronomia non piace "l'innalzamento stabile delle soglie
per l'affidamento diretto a 140.000 euro per servizi e
forniture". A suo avviso, danneggia "soprattutto le piccole e
medie imprese, che possono partecipare più agevolmente proprio
alle gare piccole". Per Confindustria, la soglia di spesa entro
la quale si può fare a meno delle gare dovrebbe scendere a
80.000 euro.
Secondo Mariotti, il nuovo Codice, nel valutare le offerte
delle imprese alla Pa, dà un valore eccessivo ai costi rispetto
alla qualità, col rischio di "una continua corsa al ribasso".
Viene giudicata "eccessivamente alta" la percentuale del 5% per
l'obbligo generalizzato di revisione prezzi negli appalti, e
troppo bassa la soglia dei 5.000 euro per il valore delle
violazioni che comportano l'esclusione delle aziende.
Ma soprattutto, ha detto ancora la rappresentante di
Confindustria, "sarebbe quanto mai opportuna la possibilità di
spostare in avanti l'entrata in vigore del Codice degli Appalti,
prevista per il 31 marzo 2023. Occorre evitare uno shock
regolatorio, un'eccessiva discontinuità rispetto al Pnrr, nel
momento peraltro di sua massima attuazione, che rischierebbe di
rallentare, se non bloccare l'esecuzione delle opere". Per
questo si chiede "una vacatio legis di 12 mesi". (ANSA).