(ANSA) - ROMA, 26 GEN - E' salva l'etichetta di origine che
obbliga ad indicare sulla pasta la provenienza nazionale o
straniera del grano impiegato, come chiede il 96% dei
consumatori. E' quanto afferma la Coldiretti, nel commentare
positivamente le sentenze del Tar del Lazio che hanno respinto i
ricorsi di alcune industrie del settore. Un provvedimento valido
anche quest'anno, grazie alla firma dei ministri
dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco
Lollobrigida, delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso e della
Salute Orazio Schillaci, al decreto interministeriale che
proroga fino al 31 dicembre 2023 i regimi sperimentali
dell'indicazione di origine, come fortemente richiesto dalla
Coldiretti.
Il decreto prevede che le confezioni di pasta secca prodotte
in Italia, spiega la Coldiretti, debbano indicare il nome del
Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura.
Se proviene o è stato molito in più paesi possono essere
utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: 'paesi
Ue', 'paesi Non Ue', 'paesi Ue e Non Ue'. Inoltre, se il grano
duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad
esempio l'Italia, si può usare la dicitura: "Italia e altri
Paesi Ue e/o non Ue". Una misura che ha spinto tutte le
principali industrie agroalimentari a promuovere oggi delle
linee produttive con l'utilizzo di cereale interamente prodotto
sul territorio nazionale. Per acquistare la vera pasta Made in
Italy 100%, quindi, ricorda la Coldiretti, basta scegliere le
confezioni che riportano le indicazioni "Paese di coltivazione
del grano: Italia" e "Paese di molitura: Italia". (ANSA).